''Considerando ciò che abbiamo realizzato in oltre quarant'anni, possiamo ben ringraziare il Signore per i ricchi frutti che abbiamo raccolto nei nostri dialoghi. Non c'è motivo di essere scoraggiati o frustrati o di parlare di 'inverno ecumenico''': lo scrive il cardinale tedesco Walter Kasper (nella foto con Benedetto XVI), presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei cristiani, nell'introduzione al suo libro ''Raccogliere i frutti. Aspetti fondamentali della fede cristiana nel dialogo ecumenico. Consensi, convergenze e differenze''. Il libro è stato scelto dal Papa come 'traccia' della discussione dell'incontro annuale con i suoi ex-studenti, il cosiddetto "Ratzinger Schuerlerkreis", che comincia domani Castel Gandolfo. Il volume è uscito nel 2009 (la traduzione italiana è stata pubblicata su Il Regno Documenti, n. 19/2009), al termine dei dieci anni in cui Kasper è stato presidente del dicastero vaticano, con l'obiettivo di tracciare un bilancio dei risultati raggiunti nei quarant'anni di dialogo con le Chiese protestanti, un dialogo iniziato, per la Chiesa Cattolica, con il Concilio Vaticano II. Da allora, scrive Kasper, sono passati quattro decenni in cui ''molti pregiudizi e malintesi del passato sono stati superati e sono stati gettati ponti per una nuova intesa reciproca e per una cooperazione pratica''. Kasper sottolinea come il dialogo ecumenico non abbia ''nulla a che vedere con il relativismo e l'indifferenza nei riguardi della dottrina della fede'', perchè ''il suo obiettivo non è il sincretismo o l'unità al minimo comun denominatore'' ma una comunione che non vuol dire ''uniformità'' ma accoglie la ''diversità culturale'' i ''diversi riti'', le ''diverse forme di pietà'', le ''diverse ma complementari accentuazioni e prospettive''. Se a molti il dialogo sembra essere arrivato a un punto morto, e anzi le distanze sui temi della bioetica e del ruolo della donna nella Chiesa sembrano essere aumentate, Kasper ricorda che ''abbiamo realizzato più di quanto potevamo immaginare o sognare quarant'anni fa''. ''Dobbiamo riconoscere, realisticamente, che non abbiamo ancora raggiunto l'obiettivo del nostro pellegrinaggio ecumenico - ammette -, ma ci troviamo in uno stadio intermedio. Restano da risolvere problemi fondamentali e da superare differenze che qui noi crediamo di aver individuato più chiaramente''.
Asca