"Benedetto XVI è molto più conosciuto in Russia di quanto pensassi, soprattutto in ambiente ortodosso. Questo mi ha molto colpito". A parlare non è un osservatore qualunque, ma l’arcivescovo di Mosca Paolo Pezzi, il cui incarico in Russia è cominciato cinque anni fa. "Il Papa per il russo comune non è una figura molto importante ma non è percepito come un nemico, come qualcuno crede. Per gli ortodossi invece è un personaggio interessante, che suscita ammirazione, e questo mi stupisce". In visita informale (non da relatore) al Meeting di Rimini mons. Pezzi ha fatto visita ieri allo stand di Russia Cristiana, dove si è intrattenuto per un’ora con la gente per condividere la sua esperienza di arcivescovo. "Quando la Fraternità Sacerdotale San Carlo Borromeo mi ha inviato in missione in Siberia – racconta – pensavo che con il mio arrivo, con un mio progetto, Gesù potesse essere più conosciuto e amato. Il desiderio era buono, poi però è avvenuta una conversione e ho capito che Cristo ha già conquistato il mondo e io non devo aggiungere nulla, ma solo cercare di mostrarlo ancora di più e rispondere a quello che attraverso la realtà mi viene chiesto. In Russia sono partito da qui". "Le mie priorità in Russia – continua – sono due: da una parte l’incontro con i giovani, perché hanno fame e sete di qualcosa di autentico per le loro vite. Dall’altra i sacerdoti, perché se un prete vive il rapporto con Cristo e lo testimonia, chi gli è vicino non può non esserne contagiato". Questo vale per tutti, anche per gli ortodossi con cui, insiste Pezzi, "ho la fortuna di potermi incontrare. Con loro è importante non avere paura della nostra identità cattolica, perché solo approfondendo la propria identità si generano rapporti". L’arcivescovo di Mosca affronta anche lo spinoso tema dell’agognato incontro tra il Papa e il Patriarca ortodosso Kirill: "Rispetto a qualche anno fa, credo che oggi farebbe bene una visita del Papa in Russia. Non so dire però quando avverrà. Io se fossi il Patriarca, oggi prenderei il coraggio a due mani e inviterei il Papa". Anche perché è recentissima la "storica visita di Kirill in Polonia, che ha dimostrato che non c’è più paura di compiere gesti di apertura. Peccato che qui in Russia ne abbiano parlato in pochi, perché l’evento è stato in concomitanza con un altro, molto meno importante, che riguarda un certo gruppo pseudo-rock che di rock, nel bene e nel male, non ha proprio niente". Mons. Pezzi ha poi salutato tutti con un augurio: "Come diceva Santa Caterina, se avrete il coraggio di essere quello che siete incendierete il mondo. Io continuo ad esserlo, seguendo il carisma di don Luigi Giussani che ha generato la mia vocazione. Ognuno abbia il coraggio di essere quello che è grazie all’incontro che ha fatto".
Leone Grotti, Tempi