Cambio in vista all’interno della Famiglia pontificia: nei prossimi giorni potrebbero essere accolte le dimissioni presentate dall’arcivescovo spagnolo Félix del Blanco Prieto, elemosiniere del Papa. Al suo posto, Benedetto XVI avrebbe deciso di nominare l’attuale segretario della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", mons. Guido Pozzo, che negli ultimi tre anni ha lavorato nel non facile dialogo con la Fraternità San Pio X fondata dall’arcivescovo Marcel Lefebvre.
Pozzo, classe 1951, originario di Trieste, ordinato sacerdote diocesano nel 1977, dieci anni dopo ha preso servizio nella Congregazione per la Dottrina della Fede guidata dall’allora card. Joseph Ratzinger. Ha insegnato alla Lateranense ed è stato segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale. Benedetto XVI l’aveva nominato segretario di Ecclesia Dei l’8 luglio 2009, nel giorno in cui, con il Motu Proprio "Ecclesiae unitatem", trasferiva sotto l’egida dell’ex Sant’Uffizio la commissione incaricata del dialogo con lefebvriani e dei rapporti con le comunità tradizionaliste rimaste legate alla messa antica.
L’elemosiniere pontificio è un arcivescovo che fa parte del personale ecclesiastico della famiglia del Papa, sempre presente nelle cerimonie e alle udienze accanto al Prefetto della Casa pontificia. Il suo ruolo risale ai primi secoli della Chiesa, quando prima i diaconi e poi uno o più familiari del Pontefice si occupavano di distribuire le elemosina. In una bolla di Innocenzo III (1198-1216) si cita l’elemosiniere come carica già esistente, mentre l’Elemosineria Apostolica venne istituita da Gregorio X nel XIII secolo. L’elemosiniere ha dignità arcivescovile, e dai tempi di Leone XIII (1878-1903) si occupa anche di concedere le benedizioni apostoliche su carta pergamena, autenticandole con la sua firma. Tutte le entrate che arrivano per il rilascio dei "diplomi" di benedizione vengono devolute per la carità del Papa.
L’attuale elemosiniere, del Blanco Prieto, giunto in Vaticano dopo aver servito come nunzio apostolico in vari Paesi, qualche anno fa ha raccontato a L’Osservatore Romano come si svolge il lavoro dell’Elemosineria: "Le richieste arrivano in maggioranza da parte dei singoli, delle famiglie. Per essere prese in considerazione, richiediamo un visto del parroco. Dopodiché vagliamo le domande, controlliamo se la persona o la famiglia ha già ricevuto un sussidio, poi decidiamo l'importo della carità, che oscilla dai 100 ai 500 euro. La maggioranza, come già detto, sono singole persone che si rivolgono a noi. Preferiamo aiutare i singoli, le famiglie, piuttosto che i grandi progetti. Giungono a noi anche richieste da parte di istituzioni, ognuna con il suo lodevole fine, ma noi siamo qui per elargire un piccolo aiuto concreto, non per finanziare grandi opere. Per quello ci sono altri modi".
Andrea Tornielli, Vatican Insider
Andrea Tornielli, Vatican Insider