La sorpresa per l’annuncio dei mini-Concistoro del 24 novembre è stata grande; ma forse solo perché eravamo, noi giornalisti, distratti dal processo a Paolo Gabriele, dal Sinodo, e dalla situazione sempre più drammatica della Siria, e dei cristiani che in quel Paese soffrono e vivono.
In realtà questo piccolo Concistoro è annunciato da tempo. Su Vatican Insider del 6 aprile 2102 scrivevamo: “Ci sono voci in Vaticano sulla possibilità di un nuovo Concistoro per la creazione di cardinali entro la fine dell'anno; altri lo ipotizzano per l'inizio del 2013, a un anno di distanza da quello celebrato a febbraio”.
E il 19 settembre di quest’anno, poco più di un mese fa, su Vatican Insider, scrivevamo “Il Papa vuole indire un Concistoro per la creazione di nuovi cardinali in tempi piuttosto ravvicinati; tanto ravvicinati che qualche settimana fa in gran segreto ai vertici alti della Curia non si escludeva un evento del genere a novembre, subito dopo la conclusione del Sinodo sulla fede”.
Il Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone, già a luglio era ben convinto dell’idea che fosse necessario un Concistoro entro l’anno, per correggere l’effetto negativo di quello super-curiale e molto italiano del febbraio 2012. Aveva accennato a questa necessità in un’intervista, sempre a Vatican Insider.
E Benedetto XVI? La prima, spontanea reazione di un collega straniero, che segue anche ma non solo il Vaticano, alla notizia del Concistoro è stata: “Forse il Papa non sta così bene come sembra”. Senza abbandonarsi a idee catastrofiche, e senza avallare le voci ricorrenti e cicliche sulla salute di Papa Ratzinger (ad multos annos!) un briciolo di verità c’è, in quel commento. E più che altro c’è la conferma della filosofia che da qualche anno guida le regole e le scelte del Pontefice, illustrata, scherzando, con i suoi collaboratori, e cioè vivere di mese in mese.
Niente, fortunatamente, ci impedisce di pensare che oltre a questo Concistoro Benedetto XVI ne indirà vari altri, magari, come è probabile, dopo la metà del 2013. Ma intanto ha pensato che fosse più prudente includere nel Collegio cardinalizio la più grande Chiesa Cattolica dell’Asia, il patriarca della comunità cattolica più numerosa e influente del Medio oriente, la Chiesa che in Africa in questo momento sta più soffrendo per gli attacchi dell’islam terrorista, il leader di una Chiesa (quella indiana del Kerala) antica come e più di quella di Roma, e in un Paese che conosce una sanguinosa persecuzione costante ad opera dei radicali indù, e la Chiesa colombiana, per un continente che ormai è il serbatoio della cattolicità mondiale. Infine, ha pensato che fosse il momento di risolvere il caso Harvey, il “giovane” prefetto della Casa pontificia, che non vuole (o forse non hanno voluto) una diocesi negli Stati Uniti dopo lunghi anni di servizio a fianco di due Papi. Harvey, in realtà era l’ultimo tassello della Curia di Giovanni Paolo II.
Marco Tosatti, Vatican Insider
Marco Tosatti, Vatican Insider