Case scavate nelle rocce, erte scale,
campanili svettanti dietro l’abitato
arroccato. È di grande impatto scenico
il presepe allestito quest’anno
in Piazza San Pietro. Gesù nasce in
mezzo a uno spaccato di vita ambientato
tra i Sassi di Matera. Nella
quotidianità dell’antica civiltà contadina
lucana, incentrata su antichi
mestieri e su forti legami familiari e
religiosi, trova accoglienza la Sacra
Famiglia.
Il presepe è esposto sotto una tensostruttura
ricoperta da teli mesh
microforati raffiguranti affreschi della
cripta della più importante e celebre
delle chiese rupestri della zona
di Matera, risalente al periodo longobardo.
Il complesso è opera del
maestro Francesco Artese ed è stato
offerto a Benedetto XVI dalla regione
Basilicata in collaborazione con il
Governatorato dello Stato della Città
del Vaticano. È la prima rappresentazione
della Natività che si incontra
in un ideale tour alla scoperta
di alcuni dei presepi che addobbano
i palazzi e i cortili vaticani in questo
Natale.
Dalla piazza si prosegue verso la
Basilica, dove è esposto il monumentale
presepe allestito dai sampietrini
nella navata laterale sinistra, all’altare
di San Pio X della cappella della
Presentazione. Le statue, scolpite in
legno e dipinte con colori policromi,
sono opera dello scultore tedesco
Heinrich Zunterer, di Oberammergau,
il quale ha eseguito inizialmente il
gruppo della Batività e ne ha fatto
dono a Giovanni Paolo II, che l’ha
offerto alla Basilica. È dal 1985 che
questo presepe viene esposto in San
Pietro. Con il passare degli anni è
stato arricchito con altre statuine, alcune
delle quali dotate di un meccanismo
per il movimento. Sono state
donate da Sonia Bernardini, di Loreto,
al card. Angelo Comastri, arciprete
della Basilica. Il presepe possiede
appositi macchinari per la produzione di neve artificiale, donati alla
Basilica da Antonio Foligno.
Ci spostiamo nella pontificia parrocchia
di Sant’Anna, dove la rappresentazione
della Natività ha il
vanto di voler celebrare l’Anno della
fede. Sullo sfondo, infatti, dietro la
grotta di Betlemme, si intravede l’arco
di una grande porta. Da quell’arco,
e solo da lì, si esce dalla grotta,
per tornare nella propria routine
quotidiana; quella è la Porta fidei,
che siamo invitati a oltrepassare.
Sulla destra è raffigurato il simbolo
dell’Anno della fede.
Il significato di questa rappresentazione
della Natività è immediato,
come spiega il parroco, l’agostiniano
Bruno Silvestrini: "Tutti coloro che
accolgono il messaggio degli angeli,
gli uomini di buona volontà, incontrano
Cristo, lo adorano e vanno a
raccontare a tutti che la loro vita è
immensamente amata. L’autore del
presepe evidenzia, in pratica, i verbi
più importanti del Vangelo di Luca:
andare, vedere, adorare e tornare. Il
lavoro minuzioso, ritagliato nelle serate
in compagnia dei figli, già dal
mese di settembre, è centrato sulla
nascita di Cristo a partire dal desiderio
di chi attende Qualcuno e va alla
ricerca del senso della vita".
Il presepe, realizzato da Mariano
Piampiani, di Tolentino (Macerata),
è composto da decine di statuine
opera di Antonio Giordano, di
Monreale. Si vede Gesù circondato
da angeli in festa, si notano i pastori
in adorazione giunti insieme alle
mamme e ai bambini per vedere con
stupore quanto avevano udito dai
messaggeri celesti. Sulla sinistra, infatti,
appare l’angelo che annunzia ai
pastori la buona notizia, e appena
sorge il giorno scompare. Tutto lo
scenario sottintende a una verità:
Dio si manifesta ai semplici e ai piccoli.
È questo il senso del presepe.
Lasciando la parrocchia di
Sant’Anna, ci si incammina verso il
quartiere degli Svizzeri, dove nel
tratto di strada che conduce al Portone
di Bronzo è stato allestito un
presepe sopra l’apertura di un pozzo.
Si nota una guardia svizzera, fatta
in stoffa e filato, che sorveglia la
culla di Gesù. All’interno della cappella
di San Martino, Luca Müller e
Carlo Pfister hanno rappresentato la
Natività utilizzando del materiale
particolare: dei mattoni come basamento,
un tavolo in legno, fieno e
pigne provenienti dalle Ville Pontificie
per creare la scena dove Gesù
nasce.
Spostandosi verso la chiesa di San
Pellegrino, nella via omonima, incontriamo
i presepi allestiti dal Corpo
della Gendarmeria Pontificia:
uno nella caserma e uno nella chiesa.
Quest’ultimo, opera di Emilio
Presciuttini, è adagiato su tre tronchi
ricavati dai cipressi abbattuti tempo
fa nell’ex cimitero degli svizzeri. Il
presepe è collocato davanti all’altare
e sembra introdurre il visitatore al
mistero della fede.
Poco più in là, nei locali del Servizio
Fotografico de L’Osservatore
Romano, è esposto un presepe in
stile napoletano, donato al Papa dai
netturbini di Roma. È opera di
Giuseppe Ianni e poggia su un’artistica
base realizzata da Dandolo Foglietta.
All’ingresso della Tipografia Vaticana
troviamo un presepe che desta
meraviglia per i suoi particolari. È
allestito ogni anno per iniziativa del
direttore tecnico Giuseppe Canesso,
in collaborazione con Franco Orsini.
L’ambientazione ricorda gli interni
di alcune case della seconda metà
del XIX secolo. Al centro, la stalla
dove è nato Gesù, circondato da
Maria, Giuseppe e dai tre re Magi.
Basta avvicinarsi per vedere dei particolari
molto suggestivi: Maria lentamente
apre il panno che copre Gesù,
Giuseppe e i re Magi si inchinano
in adorazione davanti al Figlio di
Dio. Più in là, un contadino è intento
a mungere una mucca; un fabbro
con il suo martello sta forgiando un
pezzo di ferro sull’incudine; un pastore
tosa una pecora, mentre una
donna attinge acqua da un pozzo.
Su un cespuglio alcuni uccellini cinguettano
e si muovono animati da
un circuito elettrico. Il tutto è stato
allestito utilizzando materiale di
scarto della Tipografia, a cominciare
dalle scatole di lastre, dai supporti
per la stampa, dai cartoni usati per
le copertine dei libri.
Giungiamo al cortile di San Damaso,
dove ha sede l’Associazione
Santi Pietro e Paolo. In occasione
dell’Anno della fede, il sodalizio ha
voluto dare al suo presepe un taglio
particolarmente significativo, legato
alla figura di Benedetto XVI. Il presepe, come ci spiega Eugenio
Cecchini, raffigura alcuni momenti
importanti della vita di Joseph
Ratzinger: la scena presenta in primo
piano, a destra, la sua casa natale
a Marktl am Inn, in Baviera, e, a
sinistra, la cattedrale di Frisinga, dove
è stato ordinato sacerdote. Al
centro una grande scalinata, simbolo
dell’ascesa dell’uomo verso Dio, conduce
alla Natività, posta all’interno
di una grotta, alle pendici dei monti
bavaresi che si ergono sullo sfondo.
Sulla destra svettano le forme gotiche
della cattedrale di Ratisbona,
che ricordano l’università dove
Ratzinger ha insegnato dal 1969 al
1977, prima di essere nominato da
Paolo VI arcivescovo di Monaco e
Frisinga. Davanti alla cattedrale di
Frisinga, una piccola statuetta, di
fattura napoletana, riproduce proprio
il Pontefice mentre guarda due
gattini.
Anche nella storica sede del Circolo
San Pietro, nel palazzo San Calisto,
a Trastevere, è esposto un presepe.
La struttura, donata da un socio
e risalente ai primi anni del Novecento,
è di cartapesta e si incentra
sulla Sacra Famiglia. La Vergine
Maria è seduta, con in mano degli
indumenti da neonato, e accudisce
Gesù Bambino. Intorno ci sono dei
pastori di fattura molto pregiata e i
re Magi, carichi di doni e di drappeggi.
Nicola Gori, L'Osservatore Romano
Nicola Gori, L'Osservatore Romano