giovedì 29 gennaio 2009

Ennesima ingerenza del rabbino Laras: prematuro il viaggio del Papa in Israele. Mons. Paglia: Benedetto XVI non poteva fare più di così

Il presidente dell'assemblea rabbinica italiana, Giuseppe Laras, mette in guardia sul preannunciato - e non ancora ufficializzato - viaggio del Papa in Israele a maggio. "Oggi non vedo le condizioni per il viaggio, c'è troppa irritazione e troppo sospetto. Serve un periodo di decantazione", afferma in un'intervista a Il Giornale. "Apprezzo davvero" le parole pronunciate ieri dal Papa sulla Shoah e i lefebvriani, "anche se bisognava che quelle cose le dicesse prima". Benedetto XVI, secondo Laras, "poteva riammettere tre dei quattro vescovi, chiedendo al sostenitore di una tesi così aberrante di attendere e di compiere un cammino di purificazione".
Sul caso del vescovo negazionista Richard Williamsonil Papa "ha già fatto quanto era giusto e necessario". Lo sottolinea mons. Vincenzo Paglia, presidente della commissione CEI per l'ecumenismo. "Certo, magari arrivasse personalmente da Williamson una personale richiesta di perdono - aggiunge il presule intervistato da La Stampa - ma ciò non può essere una questione automatica".

Chiaro e tondo: il viaggio del Papa in Terra Santa non è affare di un rabbino italiano, che può sindacare su cosa è prematuro o meno solo all'interno delle mura della sua sinagoga! Il sospetto l'avete creato voi qui, spinti da una sentimento di rivalsa che non si sa per quale motivo covavate da anni.
Scenron