martedì 17 febbraio 2009
Mons. Fellay risponde indirettamente ai vescovi austriaci: chi tra noi e certi prelati è più vicino al Papa?
Il comunicato finale dei vescovi austriaci, convocati oggi a Vienna per una riunione plenaria straordinaria per discutere la nomina a vescovo ausiliare di Linz di da padre Gerhard Maria Wagner, affronta anche il controverso tema della revoca della scomunica ai lefebvriani, sottolineando che i quattro vescovi seguaci di Lefebvre non sono per questo "automaticamente" rientrati nella Chiesa, che Richard Williamson si è "squalificato da solo" negando la Shoah. Gli è stata revocata la scomunica, ma non per questo sono "automaticamente" rientrati nella Chiesa, puntualizzano. Per essere ammessi devono "ovviamente" accettare il Concilio Vaticano II. "Speriamo - affermano i presuli austriaci - che si riesca a migliorare gli insufficienti processi comunicativi anche in Vaticano, in modo che il servizio universale del Papa non venga coperto da ombre". Risponde, a distanza, il superiore dei lefebvriani. Un consenso dottrinale col Papa "sembra difficile" a mons. Bernard Fellay. "Certo, abbiamo l'impressione che sia vicino a noi sulla questione liturgica", spiega nell'intervista al quotidiano svizzero Le Nouvelliste. "D'altro canto tiene molto profondamente alle novità del Concilio Vaticano II". Poi lancia la sfida. "Nel momento in cui si parla di ritorno alla piena comunione, forse, in effetti, il Papa si sta domandando chi, tra certi vescovi e noi, è più vicino a lui".