giovedì 12 febbraio 2009

Revoca della scomunica ai lefebvriani. Mons. Fellay: Roma non ha chiesto nessun contraccambio. Contro noi e il Papa una vendetta dei progressisti

Il Vaticano non ha chiesto nessuna contropartita ai lefebvriani per la revoca della loro scomunica: lo puntualizza il superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, mons. Bernard Fellay, che sottolinea come il decreto sia "volontà del Papa" e denuncia una vendetta "progressista" contro Benedetto XVI e i lefebvriani. "Abbiamo detto fin dall'inizio, senza ambiguità, che domandavamo il decreto come gesto di Roma per ricostruire, per cominciare un clima di confidenza. Evidentemente in questo senso domandavamo a Roma, come dire, un movimento proprio, un 'Motu Proprio', che suppone un gesto unilaterale, senza concessioni e senza accordo", afferma Fellay in un'intervista video realizzata il 5 febbraio e messa in questi giorni sul sito francese della >Fraternità. "Effettivamente così è avvenuto da parte di Roma, o, meglio, del Papa, perché è veramente la volontà del Papa che si trova in questo atto". Il superiore dei lefebvriani si dice "sorpreso" che il decreto sia stato pubblicato così presto, dopo che nei mesi scorsi aveva rilevato una "empasse", un "punto morto" nei dialoghi con il Vaticano. "Da parte nostra avevamo chiesto annullamento della scomunica e abbiamo ricevuto la revoca di una scomunica, che non è la stessa cosa", sottolinea. "Non sono deluso, nel senso che penso che da parte di Roma, viste tutte le circostanze in cui è messa, - c'è crisi, c'è una potenza progressista enorme - francamente non so se anche un Papa più bendisposto nei nostri confronti pavrebbe potuto far meglio. Ma ovviamento spero che in futuro ci sia una revisione di tutto l'affaire e la riabilitazione di mons. Lefebvre". Quanto all'intervista del vescovo negazionista Williamson alla tv svedese, Fellay definisce "strana" la sua pubblicazione a ridosso della revoca della scomunica. "C'è una coalizione di tutto quel che è progressista o di sinistra", che "usa le parole sfortunate di monsignore" per "far pressioni sul Papa" in una "vendetta" per "obbligare Roma a rinunciare" alla revoca della scomunica. Quanto ai "colloqui necessari" che ora dovranno aver luogo tra Santa Sede e lefebvriani "è quello che domandiamo", afferma Fellay. "La chiesa è in crisi. Il principio di soluzione è la purificazione del pensiero sulla dottrina della Chiesa, fortemente incupita, riempita di ambiguità e di termini flou, che hanno causato quello che vediamo".