''Un vero santo europeo'': così Papa Benedetto XVI definisce la figura di Sant'Anselmo (foto), teologo, filosofo e vescovo, in una lettera inviata all'abate primate dei monaci benedettini confederati, dom Notker Wolf, in occasione del 900° anniversario della morte del santo nativo di Aosta, città dove oggi hanno preso il via le celebrazioni che si svolgeranno per tutto il 2009. Una memoria quella del santo da ''meditare devotamente'' e ''il tesoro della sua sapienza da esaltare ed esplorare''. ''Benchè fosse arcivescovo - scrive il Papa - voleva rimanere prima di tutto un monaco benedettino, fortemente consapevole dell'importanza della vita monastica''. Esortazione contenuta anche nella Epistola a Papa Urbano II, quando, scrive ancora Benedetto XVI, rivolgendosi ad un giovane monaco lo ''ammonisce ed esorta affinchè la sua mente si apra sempre più alle cose migliori. E per sapere come fare lo invita ad apprezzare su ogni cosa il modello di vita monastico''. Cardine della vita benedettina, si legge ancora nella lettera di Benedetto XVI, che cita passaggi delle opere di sant'Anselmo, ''è la lectio divina da non leggere nel tumulto ma nella quiete, non nella fretta ma nella calma, con attenta ed amorevole meditazione''. ''Nei suoi scritti, in cui studia i misteri della fede, non c'è separazione tra erudizione e devozione, tra mistica e teologia''.
Nella lettera inviata al card. Giacomo Biffi, suo rappresentante ad Aosta nell'ambito delle celebrazioni dell'Anno Anselmiano, e letta oggi durante la solenne Eucaristia celebrata nella Cattedrale di Aosta, il Papa afferma che la ricorrenza del IX centenario della morte di Sant'Anselmo costituisce "un'opportunità da non perdere per rinnovare la memoria di una tra le figure più luminose nella tradizione della Chiesa e nella stessa storia del pensiero occidentale europeo". "L'esemplare esperienza monastica di Anselmo - scrive il Papa, ripercorrendo le tappe salienti della vita del grande vescovo e dottore della Chiesa, nato ad Aosta nel 1033 -, il suo metodo originale nel ripensare il mistero cristiano, la sua sottile dottrina teologica e filosofica, il suo insegnamento sul valore inviolabile della coscienza e sulla libertà come responsabile adesione alla verità e al bene, la sua appassionata opera di pastore d'anime, dedito con tutte le forze alla promozione della libertà della Chiesa, non hanno mai cessato di suscitare nel passato il più vivo interesse, che il ricordo della morte sta felicemente riaccendendo e favorendo in diversi modi e in vari luoghi". Benedetto XVI evidenzia anche come "Anselmo conservi tuttora una grande attualità e un forte fascino, e quanto possa essere proficuo rivisitare e ripubblicare i suoi scritti, e insieme rimeditare sulla sua vita". Il Papa sottolinea il "vivissimo dolore" che Anselmo visse quando, da monaco, fu costretto a diventare vescovo. "La nostalgia del monastero lo accompagnerà per il resto della sua vita", afferma Benedetto XVI. "Lo confessò egli stesso quando fu costretto, con vivissimo dolore suo e dei suoi monaci, a lasciare il monastero per assumere il ministero episcopale al quale non si sentiva adatto: 'È noto a molti - scrisse al Papa Urbano II - quale violenza mi sia stata fatta, e quanto fossi restio e contrario, quando venni trattenuto come vescovo in Inghilterra e come abbia esposto le ragioni di natura, età, debolezza e ignoranza, che si opponevano a questo ufficio e che rifuggono e detestano assolutamente gli impegni secolari, che non posso affatto svolgere senza mettere in pericolo la salvezza dell'anima mia".