Benedetto XVI ha visitato questo pomeriggio Aosta, dove ha presieduto la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale. Il Pontefice è arrivato all'Arco di Augusto a bordo di un'automobile insieme al suo segretario Georg Gänswein e ha salutato le autorità che erano ad attenderlo. Poi è salito a bordo di una jeep con targa vaticana, la stessa usata per il giro tra la folla di domenica scorsa a Romano Canavese. Il Papa non indossava il tutore che portava in questi giorni per sostenere il braccio ingessato ed ha salutato la folla con la mano sinistra, tenendo il braccio destro appoggiato. Ad attenderlo, il presidente della Regione Valle D'Aosta Augusto Rollandin, il presidente del Consiglio regionale Albert Cerise, il sindaco di Aosta Guido Grimod e il vescovo, mons. Giuseppe Anfossi. Il Pontefice li ha salutati porgendo la mano sinistra. Poco dopo il Papa è giunto nella piazza antistante la Cattedrale di Aosta, dove ha effettuato un giro completo per salutare la folla che lo ha accolto con applausi al grido di "viva il Papa". Prima di entrare in Cattedrale, Benedetto XVI ha salutato alcuni religiosi e poi ha fatto ingresso accolto dall'applauso di circa 400 persone presenti. Il Pontefice è stato poi accompagnato all'interno della Chiesa dai canonici del Capitolo della Cattedrale e dal vescovo, fermandosi ancora un istante a benedire la folla prima di entrare.
''Se Dio manca, si prescinde da Dio e Dio è assente manca la bussola, manca l'orientamento e la strada dove andare". “Ma come farlo conoscere?”. Nelle visite ad limina, ha raccontato il Papa nell'omelia tenuta a braccio, in occasione di incontri con vescovi dell’Asia e dell’Africa si parla delle religioni tradizionali: “ci sono elementi comuni, tutti sanno che c’e Dio un solo Dio, gli dei non sono Dio”. "L'occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma di un amore che non ci abbandona mai", ha aggiunto. "Dio sembra assente, molto lontano, si nasconde, non conosciamo il suo volto'', ha detto Benedetto XVI, ricordando che ''l'evangelizzazione consiste nel fatto che il Dio lontano si avvicina''. ''Dobbiamo di nuovo portare Dio in questo nostro mondo, e farlo conoscere, e farlo presente'', ha affermato quindi Papa Ratzinger, spiegando come, a quel punto "Dio non è più lontano, Dio è vicino'' e da sconosciuto che era ''si fa conoscere, e mostra il suo volto, si rivela, entra nel nostro mondo, e dunque non bisogna più arrangiarsi con altri poteri perchè Lui è il potere vero, è l'Onnipotente" e ''l'Onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perchè Dio è il bene, è la verità, può tutto ma non può agire contro l'amore e contro la libertà, perchè egli stesso è il bene, è l'amore è la vera libertà. Non può mai essere in costrasto con la verità, con l'amore, con la libertà. Egli è il custode della nostra libertà, dell'amore della verità". Il mondo è abituato a pensare al ''potere pericoloso'', che ''può minacciare, può distruggere'', al ''potere militare'' o al ''potere di chi dispone di grandi capitali'', ma ''il vero potere è il potere di grazia e di misericordia''. La "domanda di Stalin 'Quante divisioni ha il Papa' ancora caratterizza l'opinione dei media", ma è ''nella misericordia'' che ''si mostra il vero potere'', ha spiegato, parlando a braccio, Benedetto XVI, sottolineando che ''Dio è capace di soffrire con noi, e così dimostra il vero potere''. Dio “ha sofferto” e “nel Figlio soffre con noi” e questo è l’ultimo apice del suo potere, che è capace di soffrire con noi e così dimostra il vero potere di Dio, nelle nostre sofferenze non siamo mai lasciati soli”. “Tuttavia rimane una questione difficile, perché era necessario soffrire per salvare il mondo”.
La risposta di Benedetto XVI è che “nel mondo esiste un oceano di male, un oceano di ingiustizia, di odio, di violenza. Le tante vittime hanno diritto che sia creata giustizia, Dio non può ignorare il grido dei sofferenti che sono oppressi”. E poiché “perdonare non è ignorare, ma trasformare, Dio deve entrare e opporre all’oceano di di male uno piu grande”, un “fiume infinito” di bene, “sempre più grande di tutte le ingiustizie del mondo, un fiume di bontà, di verità, di amore”. “Cosi Dio traforma il nosto mondo” perché “ci sia un fume di bene più grande di tutto il male che può esistere”. Da qui viene un “invito a tutti noi, a uscire dall’oceano del male ed entrare nel fiume del suo amore”. E’ una domanda che interroga anche i sacerdoti. “Come sacerdoti, abbiamo la funzione di consacrare il mondo, perché diventi ostia vivente, diventi liturgia, il cosmo diventi ostia vivente”. “Pregiamo perché Dio ci aiuti ad essere sacerdoti in questo senso”, “che la nostra vita parli di Dio che sia veramente liturgia, annuncio di Dio e realmente dono di noi stessi a Dio”.
L’incontro in Cattedrale è stata anche l’occasione per uno scambio di doni: il Papa ha regalato un calice al vescovo di Aosta, ricevendo dalle mani di Mons. Anfossi i paramenti sacri. A chiudere la celebrazione dei Vespri è stato forse il canto più tradizionale della chiesa valdostana, l’inno alla Vergine Maria “O Reine Immaculée”.
''Grazie per la simpatia e per l'affetto che mi dimostrate. Vi auguro buone vacanze come io sono in vacanza, ma senza incidenti per voi...". Cosi' ha scherzato il Papa salutando la folla di fedeli che lo attendeva nella piazza davanti alla cattedrale di Aosta. Benedetto XVI è poi montato sulla vettura coperta che lo deve riportare, dopo una breve sosta alla casa di riposo di Introd, allo chalet di Les Combes.
Ansa, Apcom, Adnkronos
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