Il Papa: il sacerdote deve introdurre Maria nel dinamismo della propria esistenza. Dio non agisce contro la nostra libertà, ha bisogno del nostro 'si'
Esiste un rapporto profondo, “un nesso” tra la Madonna e il sacerdozio, tra Maria e tutti i sacerdoti che, come San Giovanni, “sono chiamati a prenderla nella loro casa”, il che significa “introdurla nel dinamismo dell’intera propria esistenza, in tutto ciò che costituisce l’orizzonte del proprio apostolato”. E’ ciò che Benedetto XVI ha sottolineato alla vigilia della Solennità dell’Assunzione, nel corso dell’Anno Sacerdotale, ai 4mila fedeli presenti nel cortile interno del palazzo pontificio di Castel Gandolfo per l’Udienza generale e alle migliaia che, non essendo sufficiente lo spazio interno, erano nella piazza antistante. Nel discorso rivolto ai presenti, il Papa ha evidenziato come anche nel mistero dell’Incarnazione, “Dio non agisce contro la nostra libertà” e che quando ha deciso di farsi uomo “aveva bisogno del sì di una sua creatura”, “si fa dipendente dal sì di una sua creatura”. L’Incarnazione, ha detto poi, “fin dall’inizio è finalizzata al dono di sé”, così “sacrificio, sacerdozio e incarnazione vanno insieme e Maria sta al centro di questo mistero”. Benedetto XVI ha proseguito dicendo che dalla croce, “Gesù vede la Madre e l’apostolo diletto, individuo molto importante, ma più importante è una prefigurazione di tutte le persone amate, di tutti i discepoli e in modo particolare di tutti i sacerdozi”. “È una specie di testamento”, Gesù affida la madre alla cura del discepolo e alla madre questo figlio. Seguire quanto fece San Giovanni, per il sacerdote “non è una cosa formale”, ma la chiamata a introdurre Maria “nel dinamismo dell’intera propria esistenza, in tutto ciò che costituisce l’orizzonte del proprio apostolato”. Si capisce perciò la fonte primaria, il “motivo fondamentale della predilezione che Maria prova per ciascuno di loro, perché come Gesù sono vicini al suo cuore, perché come lei sono impegnati a dare testimonianza e diffondere l’amore salvifico di Cristo nel mondo”. “Il Curato d’Ars, al quale pensiamo particolarmente quest’anno, amava ripetere che Gesù Cristo dopo averci dato tutto quello che ci poteva dare, volle farci eredi di ciò cha aveva di più prezioso, la sua santa madre. Questo vale per tutti i cristiani, ma in particolare per i sacerdoti”. Per questo “ogni sacerdote può e deve sentirsi veramente il figlio prediletto di questa santissima e umilissima madre”.
Al termine dell’incontro, il Papa ha anche ha espresso la propria “vicinanza spirituale” alle “numerose popolazioni che nei giorni scorsi sono state colpite dalla violenza del tifone nelle Filippine, a Taiwan, in alcune province sud-orientali della Repubblica popolare cinese e in Giappone, paese, quest'ultimo, provato anche da un forte terremoto”. “Invito tutti a pregare per loro - ha aggiunto - e per quanti hanno perso la vita. Mi auguro che non manchino il sollievo della solidarietà e l'aiuto dei soccorsi materiali”.
E con un augurio di “buone vacanze”, “una buona giornata, un buon sole, un buon riposo”, il Papa si è accomiatato dai presenti.