SIR
sabato 29 agosto 2009
Sinodo dei vescovi per l'Africa. Mons. Isizoh: nel continente la Chiesa svolge un ruolo vitale, è la voce di chi non ha voce
“La Chiesa svolge un ruolo vitale. È la voce di chi non ha voce. Parla a nome degli oppressi e degli emarginati della società. Conduce le persone ferite alla riconciliazione. Il modo in cui farlo sarà probabilmente uno dei più importanti punti di discussione del prossimo Sinodo”. È quanto afferma mons. Chidi Denis Isizoh, nigeriano, officiale del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, delineando in un’intervista a L’Osservatore Romano alcune delle sfide che attendono il continente africano, in vista del prossimo Sinodo speciale per l'Africa che si svolgerà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre. “Noi tutti – dice mons. Isizoh – preghiamo per il successo del secondo Sinodo dei vescovi per l'Africa” che avrà come tema “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. 'Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo' (Mt 5, 13.14)”. Il tema, spiega mons. Isizoh, “mostra quanto la Chiesa africana sia vitale nella sua responsabilità verso il continente. Gli ultimi cinquant'anni sono stati dominati da questioni relative all'indipendenza e alla costruzione di realtà nazionali. Nella loro lotta per l'autodeterminazione e l'autogoverno, molti Paesi africani hanno vissuto guerre, conflitti, controversie. Alla fine ci si potrebbe chiedere: cosa ne sarà dell'Africa? Di questo si occuperà il Sinodo”. Mons. Isizoh sottolinea l’importanza dell’“ordine degli elementi che compongono il tema” del prossimo Sinodo speciale per l'Africa. “La prima cosa – dice – è la riconciliazione, poi viene la giustizia, quindi la pace, perché riconciliazione e giustizia recano pace”. Spesso, prosegue, “nel mondo attuale notiamo che, dopo le ostilità, la prima cosa che si pensa di fare è creare tribunali per processare i cosiddetti "criminali di guerra", per condannarli, imprigionarli o, in alcuni casi, ucciderli. Questo reca pace? No. Esigere e ottenere "fino all'ultimo centesimo" è il modo che hanno gli uomini di vendicarsi. Ad alcune persone ciò lenisce le ferite e dà la sensazione che i colpevoli siano stati puniti”. Ma ciò, rileva mons. Isizoh, “allevia veramente le ferite della guerra e del conflitto? Nutro dei dubbi al riguardo”. L’officiale del Pontificio Consiglio conclude ricordando che “esiste un altro modo per sanare la società dopo guerre e conflitti: la riconciliazione, che è anche un valore evangelico.