La fede dà speranza e consente, "nonostante i fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia", di non "perdere il coraggio di contribuire, come hanno fatto i santi, alla salvezza dell'umanità". Benedetto XVI ha ricordato la figura di San Bonaventura, quel "dottore serafico" al quale Joseph Ratzinger ha dedicato ampi studi, nato proprio a Bagnoregio.
"Tutti ci interroghiamo circa l'avvenire nostro e del mondo - ha detto il Papa - e quest'interrogativo ha molto a vedere con la speranza, di cui ogni cuore umano ha sete". Bonaventura "fu messaggero di speranza". "Sperare è volare - ha proseguito - ma la speranza esige che tutte le nostre membra si facciano movimento e si proiettino verso la vera altezza del nostro essere, verso le promesse di Dio". Serve però non una "speranza qualunque" - ha detto Papa Ratzinger - ma una "speranza affidabile" che "dandoci la certezza di giungere ad una meta grande, giustifichi la fatica del cammino". Solo quel tipo di "speranza-certezza" - ha concluso - "ci assicura che nonostante i fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia nel suo insieme, ci custodisce sempre il potere indistruttibile dell'Amore". Benedetto XVI si è poi soffermato sugli insegnamenti di San Bonaventura, per il quale, "la fede è perfezionamento delle nostre capacità conoscitive". "Nel ricordo di questo profondo ricercatore e amante della sapienza - ha detto il Papa - vorrei inoltre esprimere incoraggiamento e stima per il servizio che, nella comunità ecclesiale, i teologi sono chiamati a rendere a quella fede che cerca l'intelletto, quella fede che è amica dell'intelligenza e che diventa vita nuova secondo il progetto di Dio".
Poi un appello a riscoprire "la bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divine". Il Papa ha definito San Bonaventura un "cercatore di Dio" e "cantore del Creato" che presenta una "visione positiva" del mondo quale "dono d'amore di Dio agli uomini", riflesso stesso della "somma Bontà e Bellezza che, sulla scia di Sant'Agostino e San Francesco, afferma essere Dio stesso". "Quanto sarebbe utile che anche oggi - ha dunque esortato il Pontefice - si riscoprisse la bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divine". In questi insegnamenti di San Bonaventura - ha poi concluso - "si avverte l'animo di San Francesco, di cui condivise l'amore per tutte le creature".
Il Pontefice, salutate le autorità e una rappresentanza di fedeli e cittadini, è salito sulla Papamobile che ora lo ha portato al campo sportivo di Bagnoregio da cui, in elicottero, raggiungerà Castel Gandolfo all'eliportro della residenza pontificia. Si è così conclusa la sedicesima visita pastorale di Benedetto XVI in Italia.
Viterbo oggi, Apcom
VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A VITERBO E BAGNOREGIO (6 SETTEMBRE 2009) - il testo integrale del discorso del Papa