Agi
domenica 11 ottobre 2009
Dal Sinodo l'appello ai governanti africani perchè pensino di più ai popoli e alle nazioni estere affinchè si impegnino per lo sviluppo del continente
Una ''vera mafia internazionale è responsabile dello scandalo ecologico che dilapida le ricchezze dell'Africa''. Lo ha denunciato mons. Fridolin Ambongo, della Repubblica Democratica del Congo, intervenendo sabato mattina alla decima Congregazione generale del Sinodo per l'Africa, sottolinenando che i leader corrotti del Continente non si preoccupano minimamente dell'estrema povertà in cui versano i loro concittadini. Molti dei quali sono costretti a emigrare per non morire di fame o per non subire violenze inaudite, o addirittura per non essere assassinati. Il più delle volte alla base di queste violenze c'è la necessità di liberare terre ricche ma destinate allo sfruttamento delle multinazionali. Le ''grandi sofferenze'' alla base del fenomeno migratorio clandestino sono state al centro anche dell'intervento del card. Theodore Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar, che si è associato alla denuncia dei comportamenti illegali di governanti corrotti da imprenditori e multinazionali estere. Da questo Sinodo, ha concluso Sarr, dovrebbero essere pertanto lanciati due appelli: uno ai governanti africani affinché pensino di più ai loro popoli e non ad arricchirsi; l'altro a tutti i potenti delle nazioni estere, soprattutto a quelli ''che hanno influito ed influiscono negativamente sui destini dell'Africa'' affinchè, riconosciuti ''i mali che hanno causato all'Africa'', si impegnino per il suo sviluppo e per la giustizia.