mercoledì 17 novembre 2010
Benedetto XVI: al più presto sia restituita la piena libertà ad Asia Bibi. Siano pienamente rispettati la dignità umana e i diritti fondamentali
“In questi giorni la comunità internazionale segue con grande preoccupazione la difficile situazione dei cristiani in Pakistan, che spesso sono vittime di violenze o di discriminazione”. E’ l’appello rivolto questa mattina dal Papa al termine dell’Udienza generale. “In modo particolare oggi – ha proseguito Benedetto XVI - esprimo la mia vicinanza spirituale alla signora Asia Bibi e ai suoi familiari, mentre chiedo che, al più presto, le sia restituita la piena libertà”. Oltre ad auspicare la liberazione dell’operaia di 37 anni, madre di due figli, condannata alla pena di morte per aver 'insultato' Maometto durante una discussione con le colleghe, il Papa ha pregato “per quanti si trovano in situazione analoghe, affinché anche la loro dignità umana ed i loro diritti fondamentali siano pienamente rispettati”. “Siamo molto grati al Santo Padre per le sue parole in favore di Asia Bibi, per l’attenzione alle sofferenze dei cristiani in Pakistan e ai nostri diritti. A nome dei vescovi, e dell’intera comunità dei credenti in Cristo, gli esprimiamo il nostro sincero grazie per il suo grande coraggio, per la protezione dei senza-voce, di quanti sono vittime innocenti di violenze e sopraffazioni”: sono parole, pronunciate a caldo, in un colloquio con l’agenzia Fides, da mons Andrew Francis, vescovo di Multan, in Punjab. Mons. Francis ha annunciato a Fides “una grande campagna di preghiera, che si tiene in tutte le chiese per la vita di Asia Bibi: i fedeli si riuniscono in Adorazione davanti al Santissimo Sacramento e pregare per la sua liberazione, affidando al Signore le sue sofferenze”. “Il caso di Asia Bibi è molto triste. Siamo davvero indignati e sconcertati per l’abuso continuo di questa legge sulla blasfemia. Asia è madre di 4 bambini, uno dei quali è un disabile. E’una grande e ingiusta sofferenza inflitta a questa famiglia”, sottolinea. Il vescovo ricorda di aver tradotto in urdu il documento “Dominus Iesus”, e di averlo distribuito a molti musulmani: “In quel testo, dell’allora card. Ratzinger, si ribadisce l’importanza della libertà di coscienza e di fede, che continuiamo a promuovere con convinzione nella società pakistana. In questo nostro impegno, le parole del Papa e la sua paterna protezione ci incoraggiano e ci sostengono”.