sabato 18 dicembre 2010

Lombardi: il Messaggio per la Giornata della Pace è in favore di tutti, porta il segno dell’esperienza, anche di sofferenza e morte, dei cristiani

Quello di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace, che indica la libertà religiosa quale via per la pace, "non è un Messaggio solo in favore dei cristiani. E' un messaggio in favore di tutti". Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. Un Messaggio "che porta il segno dell'esperienza diretta, anche della sofferenza e della morte, dei cristiani, che rivendicano per tutti il diritto di cercare Dio, riconoscerlo e onorarlo nella loro vita, personalmente e insieme agli altri". "Senza il rispetto di questo diritto, di tutti e per tutti, non si può costruire - spiega padre Lombardi - una comunità pacifica. I fanatismi, i fondamentalismi e il secolarismo aggressivo sono nemici della vera pace". La frase più citata dai media, quella che proclama che "i cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede", per padre Lombardi "non è il centro del Messaggio che invece come ogni anno si rivolge con orizzonte largo al bene di tutta l'umanità, appellandosi alla dignità della persona umana, di ogni persona umana, e rivendicandone un diritto fondamentale". "Quando la libertà religiosa è riconosciuta la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice ma quando è negata si minacciano la giustizia e la pace", ricorda il portavoce vaticano citando il testo di Papa Ratzinger e sottolineando che "il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicita'". In questo contesto, la frase e le puntuali denunce del Papa sui cristiani perseguitati "colpiscono nel Messaggio perchè molti continuano a vivere nella falsa idea che i cristiani siano generalmente in posizioni di potere e che ad essere discriminati siano generalmente i seguaci di altre religioni, magari per colpa dei cristiani. La documentazione crescente da parte di fonti attendibili costringe invece a correggere questa prospettiva. Ed è giusto ribadirlo".

Agi