Questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti all’Incontro dei volontari cattolici europei, promosso dal Pontificio Consiglio "Cor Unum" in occasione dell’Anno Europeo del Volontariato 2011.
Milioni di volontari cattolici che operano oggi nel mondo, ha ricordato il Pontefice nel suo discorso, “contribuiscono, regolarmente e generosamente, alla missione caritativa della Chiesa”. Nell’attuale momento, “marcato da crisi e incertezza”, il vostro “impegno è una ragione di fiducia” che mostra come il bene cresca anche tra le difficoltà. Il Papa ha espresso innanzittutto la sua “profonda gratitudine” per la missione di carità nel mondo. Quindi, ha sottolineato che per i cristiani “il lavoro volontario non è meramente un’espressione di buona volontà. E' basato su un’esperienza personale di Cristo. E’ stato Lui il primo a servire l’umanità”, dando “liberamente la sua vita per il bene di tutti”. L’esperienza “dell’amore generoso di Dio”, ha soggiunto, ci spinge “ad adottare la stessa attitudine verso i nostri fratelli e le nostre sorelle”. E questo, ha osservato, lo sperimentiamo “soprattutto nell’Eucaristia”. La Sua grazia, ha affermato, eleva la nostra vocazione a servire gli altri senza alcuna ricompensa. Siamo dunque chiamati a “servire gli altri con la stessa libertà e generosità che contraddistingue Dio stesso”. Così facendo, ha detto, “diveniamo strumenti visibili del suo amore” in un mondo che “anela quell’amore in mezzo alla povertà, alla solitudine, alla marginalizzazione e all’ignoranza che vediamo nel mondo intorno a noi”. Certo, ha riconosciuto il Papa, il “volontariato cattolico” non può rispondere a tutte le necessità, “ma questo non ci scoraggia”. “Né - ha avvertito - dovremmo lasciarci sedurre da quelle ideologie che vogliono cambiare il mondo sulla base di una visione puramente umana”. Quel poco che riusciamo a fare per portare sollievo ai bisognosi, ha rilevato, “può essere visto come un seme buono che crescerà e porterà molto frutto”. E’, ha detto, “un segno della presenza e dell’amore di Cristo”. Questa, è stato il suo incoraggiamento, “è la natura della testimonianza che voi”, con umiltà e convinzione, “offrite alla società civile”. “Se – ha proseguito – è dovere dell’autorità pubblica di riconoscere e apprezzare questo contributo senza distorcerlo”, il vostro ruolo come cristiani “è di partecipare attivamente alla vita della società, cercando di renderla sempre più umana, sempre più contraddistinta da autentica libertà, giustizia e solidarietà”. Oggigiorno, è stata così la riflessione del Papa, il volontariato, “come servizio di carità” è divenuto “un elemento della nostra cultura moderna, universalmente riconosciuto”. E tuttavia, le sue origini vanno viste “nella particolare attenzione cristiana per la salvaguardia, senza discriminazioni, della dignità della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio”. “Se queste radici spirituali – ha affermato il Pontefice – sono negate o oscurate e i criteri della nostra collaborazione diventano puramente utilitaristici, allora ciò che distingue maggiormente il vostro servizio rischia di perdersi, a danno della società nel suo insieme”. Il Papa ha quindi incoraggiato i giovani “a scoprire nel lavoro di volontariato un modo per accrescere il proprio amore oblativo che dona alla vita il suo significato più profondo”. Infine, il Papa ha esortato i volontari cattolici “a non avere paura” di imprimere un cambiamento radicale della propria vita, giacché “è nel donarsi agli altri che viviamo la vita nella sua pienezza”.
SIR, Radio Vaticana
Ai partecipanti all'Incontro promosso dal Pontificio Consiglio "Cor Unum" - il testo integrale del discorso del Papa