Quasi tre lustri dopo, è Benedetto XVI a far visita a un regime che continua a "confondere la nazione con il partito", come denuncia l’episcopato cubano. Il card. Jaime Lucas Ortega y Alamino era nelle prime file della Basilica di San Pietro quando Benedetto XVI ha confermato il suo seconda viaggio in America Latina, in particolare in Messico e nel suo Paese, Cuba. Il cardinale de L’Avana ha spiegato all’agenzia i motivi di interesse del viaggio di Benedetto XVI, rivelando cose sorprendenti, quali il fervore e la partecipazione al pellegrinaggio della statua della Vergine della Carità, che sta producendo una primavera della fede, uno spirito di vera pietà cattolica, una grande liberazione interiore dei sentimenti religiosi del popolo. Dopo un lungo silenzio su Dio, si assiste a questi incredibili fenomeni. "Un pellegrinaggio che si trasforma in paradigma della nuova evangelizzazione. Anche se ci saranno altri modi per affrontare il problema, il bisogno esistente è quello di liberarsi dalla secolarizzazione che inibisce la gente dal rapporto con il sacro". Il porporato cubano evidenzia che quello che la gente più desidera da questo viaggio è la benedizione del Papa, che porta quella pace spirituale, quel sentirsi nelle mani di Dio come un prolungarsi di quanto hanno visto e sentito nel pellegrinaggio con la "Virgen de la Caridad". Nel 1998 Giovanni Paolo II compì un viaggio considerata "storico" nel paese allora guidato da Fidel Castro. Il Natale, in Cuba non si celebrava, il viaggio nell’isola di Giovanni Paolo II ha cambiato tante cose. "Ora il Natale si celebra ed è un giorno festivo - sottolinea il cardinale -. Inoltre è stato permesso l’ingresso ai missionari, siano essi civili che religiosi e si assiste ad un vero rinnovamento della vita e della comunità cattoliche. Nella vita della Chiesa a Cuba si vede che c’è un prima e un dopo Giovanni Paolo II". L’invito a Benedetto XVI è stato rivolto proprio all’inizio del suo Pontificato e ribadito dal presidente Raul Castro lo stesso giorno nel quale ha assunto la presidenza del comitato della nazione. In quel momento il card. Tarcisio Bertone era in visita a L’Avana. "Dopo la visita di Papa Wojtyla sono cresciute le vocazioni, in particolare quelle sacerdotali - evidenzia Ortega -. Oggi siamo circa 360 mentre allora eravamo duecento. Anche la vita della Chiesa è cresciuta. La partecipazione al culto a Cuba non era un problema, ma mancava la libertà nelle espressioni e nelle manifestazioni pubbliche della fede". La gente apprezza le manifestazioni religiose pubbliche. "Adesso la peregrinazione della Madonna della Carità è abituale. Credo sia un paradigma di come deve essere la nuova evangelizzazione, perché sta generando un vero percorso missionario pubblico, con migliaia di persone che si riuniscono nei campi e nelle città. Il culmine di questo pellegrinaggio avverrà a L’Avana - puntualizza il porporato - . E’ straordinario il numero di persone che partecipa e la profonda partecipazione di fede. Al passaggio della Madonna per le strade, gli uomini si inginocchiano sull’asfalto, la gente prende i cellulari per fotografare la statua della Madonna e si fanno il segno della croce, applaudono spontaneamente, e si sentono gridi di gioia. C’è un vero spirito di pietà cattolica, e nel cuore dei cubani si sta sperimentando una grande liberazione di questi sentimenti". Quindi si può dire che la fede stia crescendo anche nella perla dei Caraibi. "Un giornalista pochi giorni fa ci chiedeva se è cresciuta la fede dei cubani, visto che i gli atleti ringraziano Dio quando vincono una gara, o fanno il segno della croce prima di un evento sportivo - evidenzia Ortega-. In realtà non è che la fede sia cresciuta, ma si manifesta e forse in questo è giusto dire che c’è una dilatazione della libertà religiosa. Si possono fare manifestazioni che in un altro momento erano considerate come improprie per l’epoca nella quale si viveva". Cuba sta per festeggiare l’Anno giubilare della Vergine della Carità. "I vescovi stanno stanno annunciando l’Anno giubilare, infatti nel 2012 ricorrono quattrocento anni da quando è stata trovata l’immagine della Vergine della Carità, nel nord di Cuba - racconta Ortega -. Abbiamo detto in una nostra lettera che si sta registrando una primavera della fede. Primavera è la parola giusta, perché c’è uno sbocciare di fiori alla fine dell’inverno Si aprono i germogli, è il germogliare è frutto di qualcosa che è stato seminato". Intanto cresce la preoccupazione per gli effetti che potrebbe avere il consumismo. "Esista già un certo consumismo in Cuba. E’ impossibile che nel mondo d’oggi la gente non imiti i comportamenti della società globale nella quale viviamo - puntualizza -. Mi fa impressione vedere che nelle strade quando passa la Madonna le persone la possono fotografare con il cellulare o con una buona macchina fotografica. Esiste il consumismo nella misura che migliora la situazione economica e per coloro che ricevono aiuti economici dagli Stati Uniti. Certo non è il consumismo sfrenato dei Paesi ricchi. La tendenza esiste ed è sempre un rischio. In futuro questo potrebbe ridurre i valori sociali esistenti in Cuba". Inoltre, "a volte la ristrettezza economica infatti genera valori come la solidarietà, l’attenzione dell’altro, al cura di cose comuni: credo che esiste in questo una inevitabilità che però può attenuare i suoi effetti negativi con una pratica più attiva della fede e dei valori e delle virtù cristiane". Quindi la Chiesa non è impegnata a programmare la situazione futura di Cuba. "Non è nelle nostre intenzioni fare illazioni sul futuro - assicura il porporato -. Il Papa chiede una nuova evangelizzazione. In Aparecida ha detto: Dobbiamo iniziare questa nuova evangelizzazione con una grande visione continentale. Noi abbiamo iniziato 15 mesi fa, e siamo nel bel mezzo della parte più dinamica del percorso, con l’obiettivo di unire e concentrare la popolazione a L’Avana il 30 dicembre". La gente di Cuba cosa si aspetta da questo viaggio di Benedetto XVI? "Il popolo ha vissuto la visita di Giovanni Paolo II come una specie di grande benedizione per tutto il popolo, e per ognuno - commenta Ortega -. Una volta Giovanni Paolo II in Perù, ha detto: 'Credo che in Latinoamerica esista un ottavo sacramento, la benedizione'. Noi lo abbiamo esperimentato incredibilmente, ci si stanca il braccio dal tanto benedire, sono migliaia di persone. Quando il Papa impartisce la benedizione alla gente, comunica questa pace spirituale, fa sentire le persone nelle mani di Dio, e questo è quanto la gente desidera. Cosa volete che la Madonna vi porti? 'Pace' rispondono". Dunque desiderano la benedizione del Papa. "La gente attende la presenza del Papa come la continuazione soprannaturale della visita alla Madonna - sottolinea il cardinale -. Il Papa rappresenta un inviato di Dio. La fede del popolo molte volte ci stupisce, la gente attende di essere portata verso il sacro, di vedere spazi che tendono all’infinito e all’eterno, vogliono liberarsi dalle preoccupazioni della vita quotidiana". Interessante il rapporto dei cattolici con gli atei, con le persone ideologizzate. "Trovo favoloso l’indicazione del Pontefice per il 'cortile dei gentili' - precisa il porporato cubano -. Benedetto XVI ha detto: 'E’ preferibile uno che ricerca Dio con serietà piuttosto che un altro che afferma che esiste un Dio, ma che vive in maniera indifferente e fredda come se non ci fosse'".
Giacomo Galeazzi, Vatican Insider