Papa Benedetto XVI ha acceso questa sera l'Albero di Natale più grande del mondo allestito ogni anno, a partire dal 1981, da un gruppo di volontari lungo il versante del monte Ingino, che sovrasta la città di Gubbio, in Umbria. Lo ha fatto direttamente dal suo appartamento in Vaticano, grazie ad un sistema ad alta tecnologia telematica, sfiorando un pc tablet. Il Papa si è collegato in video con Gubbio dalla Sala Foconi del Palazzo Apostolico, per pronunciare un breve discorso prima di accendere l'albero, in cui ha voluto rivolgere un ''triplice augurio'' in vista del Natale. "Questo grande Albero di Natale - ha esordito Benedetto XVI - è collocato sulle pendici del Monte Ingino sulla cui sommità, come ricordava il vescovo, è situata anche la Basilica del Patrono di Gubbio, Sant’Ubaldo. Guardandolo, il nostro sguardo è spinto in modo naturale verso l’alto, verso il Cielo, verso il mondo di Dio". Il primo augurio del Papa è che ''il nostro sguardo, quello della mente e del cuore, non si fermi solamente all'orizzonte di questo nostro mondo, alle cose materiali, ma sia un po' come questo albero, sappia tendere verso l'alto, sappia rivolgersi a Dio. Lui mai ci dimentica, ma chiede che anche noi non ci dimentichiamo di Lui!''. "Il Vangelo - ha proseguito Benedetto XVI - ci dice che nella notte del Santo Natale una luce avvolse i pastori annunciando loro una grande gioia: la nascita di Gesù, di Colui che viene a portare luce, anzi di Colui che è la luce vera che illumina ogni uomo. Il grande albero che tra pocoaccenderò - ha osservato - domina la città di Gubbio e illuminerà con la sua luce il buio della notte". Papa Ratzinger si è quindi augurato che l'albero ''ricordi come anche noi abbiamo bisogno di una luce che illumini il cammino della nostra vita e ci dia speranza, specialmente in questo nostro tempo in cui sentiamo in modo particolare il peso delle difficoltà, dei problemi, delle sofferenze, e un velo di tenebra sembra avvolgerci''. Tuttavia, ha domandato il Papa, “quale luce è capace di illuminare veramente il nostro cuore e donarci una speranza ferma, sicura?”: “È proprio il Bambino che contempliamo nel Santo Natale, in una semplice e povera grotta, perché è il Signore che si fa vicino a ciascuno di noi e chiede che lo accogliamo nuovamente nella nostra vita, chiede di volergli bene, di avere fiducia in Lui, di sentire che è presente, ci accompagna, ci sostiene, ci aiuta''. Infine, come l'albero è formato da tante luci, Benedetto XVI ha augurato che ''ciascuno di noi sappia portare un po' di luce negli ambienti in cui vive: in famiglia, al lavoro, nel quartiere, nei Paesi, nelle Città. Ciascuno sia una luce per chi gli sta accanto; esca dall'egoismo che spesso chiude il cuore e spinge a pensare solo a se stessi; doni un po' di attenzione all'altro, un po' di amore. Ogni piccolo gesto di bontà è come una luce di questo grande Albero: insieme alle altre luci è capace di illuminare l'oscurità della notte, anche quella più buia''. "Scenda su tutti la luce e la benedizione del Signore", ha concluso.
L'Albero, che nel 1991 è entrato nel Guinnes dei primati e che è stato acceso per la 31° volta consecutiva come ogni anno alla vigilia dell'Immacolata, è costituito da oltre 250 punti luminosi di colore verde che ne delineano la sagoma. 750 metri di altezza per 450 di larghezza, con il corpo centrale disseminato da altre 300 luci multicolore. Alla sommità è installata una stella della superficie di circa 1.000 metri quadri.
Ansa, Asca
ACCENSIONE VIA WEB DELL’ALBERO DI NATALE LUMINOSO DI GUBBIO - il testo integrale del discorso del Papa