Con i suoi quattro metri e venti per sette di dimensione e un peso che si aggira intorno ai 7 quintali e mezzo è forse uno dei più grandi oli su tela del mondo: si tratta della riproduzione, risalente agli inizi del Settecento, della celeberrima Trasfigurazione (1518-1520) di Raffaello, presentata al Papa nel giorno di Natale dopo un accurato restauro. Collocato attualmente nel fondo dell’Aula delle Benedizioni, dov’è stato mostrato al Pontefice domenica 25 dicembre, in occasione della tradizionale Benedizione Urbi et Orbi, l’enorme quadro settecentesco è stato restituito all’originario splendore grazie a una serie di operazioni consistenti in una spolveratura, un ritensionamento della tela con parziale foratura, pulitura, stuccatura delle lacune e reintegrazione pittorica. Realizzata dall’artista romano Stefano Pozzi (1699-1768), l’allievo di Agostino Masucci (1691-1758) che abbozzò inizialmente la copia senza riuscire a portarla a termine, la tela presentava abrasioni della pellicola pittorica e ingiallimenti della vernice e del colore. L’opera di restauro è stata diretta dalla Prefettura della Casa Pontificia e realizzata dai laboratori dei Musei Vaticani, grazie al contributo dei Patrons of the Arts, in particolare della statunitense Connie Frankino, dell’Ohio. Con Benedetto XVI erano presenti il card. Bertone, Segretario di Stato, gli arcivescovi Harvey e del Blanco Prieto, il vescovo De Nicolò, i monsignori Gänswein, Xuereb e Marini con alcuni cerimonieri pontifici, e il medico personale Polisca. Erano presenti il vescovo Sciacca, segretario generale del Governatorato, e padre Haydu, dei Legionari di Cristo, capo ufficio per i rapporti con i Patrons of the Arts dei Musei Vaticani.
L'Osservatore Romano