Benedetto XVI ha lasciato la nunziatura apostolica de L'Avana alla volta dell'aeroporto, percorrendo in Papamobile tra due ali di folla i 18 chilometri che separano questi luoghi. Altre decine di migliaia di persone che si sommano agli oltre 500mila fedeli che, secondo quanto riferito da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, hanno partecipato alle liturgie di questi giorni. All’aeroporto internazionale "José Martí", verso le 17.00 (mezzanotte in Italia), ha avuto luogo la cerimonia di congedo, alla presenza del Presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei Ministri della Repubblica, delle Autorità politiche e civili, del Corpo diplomatico, dei vescovi del Paese e di un gruppo di fedeli. La cerimonia si è svolta al chiuso a causa della pioggia.
“Rendo grazie a Dio che mi ha permesso di visitare questa bella Isola, che ha lasciato un segno così profondo nel cuore del mio amato Predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, quando venne in queste terre come messaggero della verità e della speranza”, ha esordito il Santo Padre: “Anch’io ho desiderato ardentemente di venire tra voi come pellegrino della carità, per ringraziare la Vergine Maria per la presenza della sua venerata immagine del Santuario del Cobre, dal quale, da quattro secoli, accompagna il cammino della Chiesa in questa nazione ed infonde coraggio a tutti i cubani, affinché, dalla mano di Cristo, scoprano il vero senso delle ansie e dei desideri che annidano nel cuore umano, e abbiano la forza necessaria per costruire una società solidale, nella quale nessuno si senta escluso”. Dopo aver ringraziato il presidente e le autorità del Paese per la “generosa collaborazione” al suo viaggio, il Pontefice ha espresso “viva gratitudine” ai membri della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba. “Porto nell’intimo del mio cuore tutti e ciascuno dei cubani, che mi hanno circondato con la loro preghiera e il loro affetto, offrendomi una cordiale ospitalità e facendomi partecipe delle loro più profonde e giuste aspirazioni”, ha assicurato il Papa. “Sono venuto qui – ha ribadito - come testimone di Gesù Cristo, nella ferma convinzione che, dove Egli arriva, lo scoraggiamento lascia il posto alla speranza, la bontà allontana le incertezze, ed una forza vigorosa apre l’orizzonte a inusitate e benefiche prospettive”. Nelle parole del Pontefice, l’augurio che il suo viaggio apostolico “rafforzi l’entusiasmo e la sollecitudine dei vescovi cubani, come pure dei loro sacerdoti, dei religiosi e di coloro che si preparano con impegno al ministero sacerdotale e alla vita consacrata” e che “serva anche come nuovo impulso a quanti cooperano, con costanza ed abnegazione, nell’opera di evangelizzazione, specialmente ai fedeli laici, affinché, intensificando la loro dedizione a Dio negli ambienti di vita e nel lavoro, non si stanchino di offrire con responsabilità il loro apporto al bene e al progresso integrale della patria”. Benedetto XVI ha sottolineato che “il cammino che Cristo propone all'umanità, e ad ogni persona e popolo in particolare, non la coarta in nulla, anzi è il fattore primo e principale per il suo autentico sviluppo. La luce del Signore, che ha brillato con fulgore in questi giorni, non si spenga in chi l'ha accolta ed aiuti tutti a rafforzare la concordia e a far fruttificare il meglio dell'anima cubana, i suoi valori più nobili, sui quali è possibile fondare un società di ampi orizzonti, rinnovata e riconciliata”. “Che nessuno – ha aggiunto - si senta impedito a prendere parte a questo appassionante compito, per limitazione delle proprie libertà fondamentali, né si senta esonerato da esso, per negligenza o carenza di mezzi materiali. Situazione che risulta aggravata quando misure economiche restrittive imposte dal di fuori del Paese pesano negativamente sulla popolazione”. “Concludo qui il mio pellegrinaggio, ma continuerò a pregare ardentemente affinché continuiate il vostro cammino e Cuba sia la casa di tutti e per tutti i cubani, dove convivano la giustizia e la libertà, in un clima di serena fraternità”, ha assicurato Benedetto XVI. “Il rispetto e la cura della libertà che palpita nel cuore di ogni uomo – ha ribadito - è imprescindibile per rispondere in modo adeguato alle esigenze fondamentali della sua dignità, e costruire così una società nella quale ciascuno si senta protagonista indispensabile del futuro della propria vita, della propria famiglia e della propria patria”. “L'ora presente – ha affermato il Papa - reclama in modo urgente che, nella convivenza umana, nazionale ed internazionale, si eliminino posizioni inamovibili ed i punti di vista unilaterali che tendono a rendere più ardua l'intesa ed inefficace lo sforzo di collaborazione”. In questa prospettiva, per il Pontefice, “le eventuali discrepanze devono essere risolte ricercando, senza stancarsi, ciò che unisce tutti, con un dialogo paziente e sincero e una volontà sincera di ascolto che accolga obiettivi portatori di nuove speranze”. “Cuba, ravviva in te la fede dei tuoi padri! Prendi da questa fede la forza per edificare un avvenire migliore, abbi fiducia nelle promesse del Signore, apri il tuo cuore al suo Vangelo per rinnovare in modo autentico la vita personale e sociale”. "Mentre vi rivolgo il mio commosso addio, chiedo a Nostra Signora della Carità del Cobre che protegga col suo manto tutti i cubani, li sostenga in mezzo alle prove e ottenga dall'Onnipotente la grazia che maggiormente desiderano. 'Hasta siempre', Cuba, terra impreziosita dalla presenza materna di Maria. Che Dio benedica il tuo futuro”, l'augurio finale di Benedetto XVI.
L’aereo con a bordo il Santo Padre, un B777 dell’Alitalia, è partito dall’aeroporto internazionale "José Martí" de L'Avana alle ore 17.40 (le 00.40, ora italiana), alla volta di Roma.
Agi, SIR, Radio Vaticana
VIAGGIO APOSTOLICO IN MESSICO E NELLA REPUBBLICA DI CUBA (23 - 29 MARZO 2012) (XV) - il testo integrale del discorso del Papa