''Sulle orme di Giovanni Paolo II il suo successore ha dunque iniziato la tappa caraibica di questo nuovo viaggio americano, apertosi con la piena riuscita dei giorni trascorsi in Messico''. Lo scrive, in un editoriale, il direttore de L'Osservatore Romano, Gian Maria Vian sul viaggio di Benedetto XVI in Messico e a Cuba. ''Benedicto, hermano, ya eres mexicano ('Benedetto, fratello, ormai sei messicano') - ricorda Vian - si è sentito scandire nelle strade stracolme e nel Parco del bicentenario ai piedi del Cubilete da folle impressionanti per numero, complessivamente, con ogni probabilità, oltre un milione e mezzo di persone, e con un entusiasmo riconosciuto dallo stesso Pontefice. E un calore confermato dal saluto di congedo da parte del presidente Felipe Calderòn e da quello commosso di Benedetto XVI''. In Messico il Papa, prosegue l'editoriale del quotidiano vaticano, si è rivolto, ''guardando con speranza al futuro, a tutto il continente: emblematiche in questo senso sono state la presenza nella cattedrale di Leòn dei rappresentanti degli episcopati latinoamericani e le parole del presidente della loro Conferenza Episcopale, mons. Carlos Aguiar Retes''. ''Memorabile per la compostezza e il numero di partecipanti - aggiunge Vian - oltre duecentocinquantamila persone, tra le quali in prima fila il presidente Raul Castro, che aveva accolto il Papa all'arrivo, è stata poi la prima Messa in terra cubana, mentre la sera inghiottiva un'enorme immagine del leader della rivoluzione che campeggiava di fronte all'altare''. Parlando dell'Annunciazione, Benedetto XVI, conclude L'Osservatore Romano, ha detto tra l'altro che ''Dio, con l'incarnazione, è entrato nella storia umana, mentre quando ne è estromesso il mondo si trasforma in un 'luogo inospitale per l'uomo'. Allora, per merito dell'obbedienza di Maria, immagine della Chiesa, è sorto un mondo nuovo. Per questo bisogna giorno per giorno lottare, ma con le armi della pace e del perdono che riflettono la bontà di Dio''.
Asca
Sulle tracce del predecessore