
L’amore verso Gesù passa attraverso il sì di Maria. E padre Kolbe, sacerdote mariano nel suo dna, ha continuato a dare speranza e consolazione a quanti erano con lui nel bunker della fame di Auschwitz, totalmente affidato alla Madre di Dio fino alla fine. Era il 14 agosto 1941: “'Ave Maria!': fu l’ultima invocazione sulle labbra di San Massimiliano Maria Kolbe mentre porgeva il braccio a colui che lo uccideva con un’iniezione di acido fenico. È commovente costatare come il ricorso umile e fiducioso alla Madonna sia sempre sorgente di coraggio e di serenità” (13 agosto 2008).
I martiri non si scoraggiano nel fare il bene anche quando il male sembra distruggere tutto: “Apparentemente le loro esistenze potrebbero essere ritenute una sconfitta, ma proprio nel loro martirio risplende il fulgore dell’Amore che vince le tenebre dell’egoismo e dell’odio. A San Massimiliano Kolbe vengono attribuite le seguenti parole che egli avrebbe pronunciato nel pieno furore della persecuzione nazista: ‘L’odio non è una forza creativa: lo è solo l’amore’” (13 agosto 2008)
Radio Vaticana