lunedì 27 agosto 2012

Memoria di Santa Monica. Il Magistero di Benedetto XVI: perseverare nella missione di spose e di madri, mantenendo ferma la fiducia in Dio

Non scoraggiarsi mai di fronte alle prove, ma continuare a fare il bene anche se questo non appare e il male fa più rumore: queste le riflessioni di Benedetto XVI su Santa Monica, di cui la Chiesa oggi celebra la memoria. Il Papa ha dedicato alcune catechesi alla madre di Sant’Agostino, considerata modello e patrona delle madri cristiane. Essere costanti nel bene nonostante le difficoltà e le incomprensioni: è l’insegnamento che il Papa trae da Santa Monica che aiutò il marito pagano a “scoprire la bellezza della fede” e tante lacrime e preghiere versò per la conversione del figlio, Agostino.
“Monica non smise mai di pregare per lui e per la sua conversione, ed ebbe la consolazione di vederlo ritornare alla fede e ricevere il battesimo. Iddio esaudì le preghiere di questa santa mamma, alla quale il vescovo di Ippona aveva detto: È impossibile che un figlio di tante lacrime vada perduto” (Angelus, 30 agosto 2009).
Di fronte alla ribellione del figlio, Monica fu capace di vincere il chiasso del male col silenzio del bene: “Quante difficoltà anche oggi nei rapporti familiari e quante mamme sono angustiate perché i figli s’avviano su strade sbagliate! Monica, donna saggia e solida nella fede, le invita a non scoraggiarsi, ma a perseverare nella missione di spose e di madri, mantenendo ferma la fiducia in Dio e aggrappandosi con perseveranza alla preghiera” (Angelus, 27 agosto 2006).
Il Papa ricorda un celebre colloquio tra Santa Monica e Sant’Agostino a Ostia: davanti hanno solo il mare e il cielo e nel silenzio “toccano il cuore di Dio”. Mostrano così che nel cammino verso la Verità dobbiamo anche saper tacere e in quel silenzio “Dio può parlare”.
“Questo è vero sempre anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita, spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere, perché sembra più facile, con superficialità, senza pensare; si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per Sant’Agostino” (Udienza generale, 25 agosto 2010).

Radio Vaticana