"Un evento eccezionale": secondo l'agenzia ufficiale NNA così ha definito oggi il viaggio apostolico del Papa in Libano, dal 14 al 16 settembre, l'ex primo ministro Saad Hariri (nella foto con Benedetto XVI), figlio di Rafiq Hariri, anche lui oremier, ucciso insieme con altre 21 persone in un attentato il 14 febbraio 2005. Per Saab Hariri la presenza e la parola del Papa "in un particolare periodo di turbolenze nella regione" sarà "una ventata di speranza". "Diamo, quindi - ha aggiunto Hariri - un grande benvenuto a questa visita" che sarà "segno della medesima speranza e pace" che seminò il pellegrinaggio del "compianto Giovanni Paolo II". "Dove va il Papa arriva un messaggio di affetto e di pace", precisa l'ex premier, e poi ha aggiunto: "E questo è buono per il Libano, terra di una civiltà di convivenza, di uguaglianza nella diversità, di parità e libertà, dove non c'è posto per una minoranza o una maggioranza". Oltre a ricordare che il viaggio del Papa servirà anche per rinforzare i "rapporti tra il Libano e il Vaticano", Saab Hariri si è detto convinto che "la visita del Papa sarà un successo poiché porterà lo stesso messaggio sul quale si è costruito il Libano". Qui, ha concluso l'ex primo ministro, "cristiani e musulmani hanno costruito insieme una cultura comune, una civiltà radicata, una convivenza nazionale. Sarà un successo che servirà anche per sottolineare l'importanza dell'esperienza democratica libanese, rifugio sicuro per tutti i popoli della regione e speranza nella lotta per porre fine ad ogni oppressione e tirannide".
Luis Badilla, Il Sismografo