Con un decreto firmato ieri il governo del Ciad ha espulso dal Paese mons. Michele Russo, vescovo di Doba. Il governo ciadiano ha dato una settimana di tempo al presule, a partire da domani 14 ottobre, per andare via. Secondo le accuse, mons. Russo aveva denunciato il governo per “l’iniqua gestione dei proventi del petrolio”.
Con sorpresa è stata accolta la notizia dell’espulsione di di mons. Russo da parte dei Padre sinodali riuniti a Roma. Mons. Russo è conosciuto da molti vescovi africani presenti al Sinodo per il suo impegno a favore dei popoli dell’Africa dove ha trascorso 32 anni della sua vita missionaria e 23 di vescovo di una delle diocesi più povere del Ciad.
Mons. Joachim Kouraleyo Tarounga, vescovo di Moundou, rappresentante al Sinodo per il Ciad ha detto all'agenzia Misna: “Non si capisce questa espulsione, sia nei termini che nelle modalità. Sono anni che noi vescovi del Ciad denunciamo le stesse cose a tutti i livelli”.
L’impressione, secondo alcuni vescovi africani, è che dietro l’espulsione di un vescovo straniero possano esserci interessi da parte del governo per mandare un segnale alla Conferenza episcopale che negli ultimi tempi si era mostrata molto critica nei confronti del presidente Idriss Déby al potere da 22 anni.
“E’ un momento molto difficile per i vescovi del Ciad che invitano la popolazione di Doba a rimanere tranquilla e a mantenere la calma mentre si portano avanti i negoziati per trovare una soluzione alla decisione del governo di espellere mons. Michele Russo”: è questo uno stralcio del comunicato diffuso dalla Conferenza Episcopale ciadiana e riferito alla Misna da fonti missionarie a N’Djamena.
Secondo le stesse fonti, si è appena concluso in maniera interlocutoria un incontro tra mons. Russo, l’arcivescovo di N’Djamena Matthias N’Gartéri Mayadi e il ministro dell’Amministrazione territoriale.
“Il ministro - dicono le fonti - ha sostenuto che mons. Russo con un’omelia pronunciata lo scorso 30 settembre ha invitato gli abitanti di Doba a sollevarsi contro il governo. L’arcivescovo ha però difeso il presule leggendo davanti al ministro il testo dell’omelia e sottolineando che in alcun punto si faceva riferimento a sedizioni o tantomeno si chiedeva alla popolazione di scendere in piazza. Quel che si chiedeva era semplicemente una più equa ripartizione della ricchezza nazionale derivante dallo sfruttamento delle risorse naturali”.
Mons. Russo dovrebbe partire già oggi per l’Italia. Nel frattempo continueranno, secondo le fonti della Misna, le trattative per consentire al presule di ritornare nella diocesi di Doba.
Il Sismografo, Misna
Il Sismografo, Misna