"Nel contesto socio-politico attuale, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Nel Messaggio per la 99° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà domenica 13 gennaio, Benedetto XVI, ricordando che la pastorale migratoria della Chiesa rifiuta il "mero assistenzialismo" promuovendo soprattutto l'autentica integrazione", vuole far emergere l'anima di questa gente, che spinta dalla "disperazione di un futuro impossibile da costruire", si avventura in un pellegrinaggio esistenziale alla ricerca di un futuro migliore, ciascuna con il proprio bagaglio di fede e di speranza. L'Onu stima che sono circa 215 milioni gli esseri umani che sperimentano oggi la sorte migratoria. In Italia la Giornata verrà celebrata a Bari, città emblema di una regione, la Puglia, dove è di circa 100mila il numero complessivo di stranieri e dove molto diffuse sono le condizioni di sfruttamento che si registrano soprattutto nel lavoro agricolo. Ma l'Italia è ancora un paese attraente per l'immigrazione o sta diventando un paese di transito? Come interpretare un episodio come la proposta di istituire un bus di soli immigrati a Trapani? Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della CEI: "Sono segnali di ignoranza da parte di gente che non sa leggere un fenomeno importante. Segnali che contrastano con ciò che esprime la maggior parte degli italiani (oltre il 70%) che vuole la cittadinanza per i minori nati in Italia e un più vasto coinvolgimento degli stranieri nella vita politica del paese.
Antonella Palermo, Radio Vaticana
Antonella Palermo, Radio Vaticana