Sono accorsi in 5mila a cantare ''Venite adoremus'', sempre attuale a Betlemme, e a gridare anche slogan come ''Viva il Papa, viva Palestina'' e ''Viva il Papa, viva Gaza''. Tra i fedeli presenti oggi nella piazza della Mangiatoia per la Santa Messa celebrata da Papa Benedetto XVI, accanto alle insegne palestinesi e della Santa Sede, sventolavano anche moltissime bandiere croate, polacche, spagnole e messicane. Numerosi i pellegrini venuti dall'estero, portati dal movimento neocatecumenale e dal movimento dei Focolari, per partecipare alla celebrazione papale, tanto che alcuni palestinesi si sono lamentati di non aver trovato posto all'interno della piazza.
“Il mio cuore si volge in maniera speciale ai pellegrini provenienti dalla martoriata Gaza a motivo della guerra: vi chiedo di portare alle vostre famiglie e comunità il mio caloroso abbraccio, le mie condoglianze per le perdite, le avversità e le sofferenze che avete dovuto sopportare. Siate sicuri della mia solidarietà con voi nell’immensa opera di ricostruzione che ora vi sta davanti e delle mie preghiere che l’embargo sia presto tolto”. Così Benedetto XVI nell'omelia. “Per gli uomini e le donne di ogni luogo – ha detto il Papa - Betlemme è associata al gioioso messaggio della rinascita, del rinnovamento, della luce e della libertà”.
E tuttavia, ha sottolineato, “qui, in mezzo a noi, quanto lontana sembra questa magnifica promessa dall’essere compiuta! Quanto distante appare quel Regno di ampio dominio e di pace, sicurezza, giustizia ed integrità, che il profeta Isaia aveva annunciato e che proclamiamo come fondato in maniera definitiva con la venuta di Gesù Cristo, Messia e Re!”. Nell’assumere la nostra carne, ha proseguito il Santo Padre, “Gesù ci ha chiamato ad essere testimoni della sua vittoria sul peccato e sulla morte”. E questo, ha evidenziato Benedetto XVI, “è ciò che il messaggio di Betlemme ci chiama ad essere: testimoni del trionfo dell’amore di Dio sull’odio, sull’egoismo, sulla paura e sul rancore che paralizzano i rapporti umani e creano divisione fra fratelli che dovrebbero vivere insieme in unità, distruzioni dove gli uomini dovrebbero edificare, disperazione dove la speranza dovrebbe fiorire!”.Ma quali sono le virtù richieste a uomini e donne che vivono nella speranza? In primo luogo, ha ricordato il Papa, “la costante conversione a Cristo che si riflette non solo sulle nostre azioni, ma anche sul nostro modo di ragionare: il coraggio di abbandonare linee di pensiero, di azione e di reazione infruttuose e sterili. La cultura di un modo di pensare pacifico basato sulla giustizia, sul rispetto dei diritti e dei doveri di tutti, e l’impegno a collaborare per il bene comune”. E poi, ancora, “la perseveranza, perseveranza nel bene e nel rifiuto del male. Qui a Betlemme si chiede ai discepoli di Cristo una speciale perseveranza: perseveranza nel testimoniare fedelmente la gloria di Dio qui rivelata nella nascita del Figlio suo, la buona novella della sua pace che discese dal cielo per dimorare sulla terra”.
“Non abbiate paura!”: questo è il messaggio che il Papa ha portato a Betlemme, assicurando le preghiere e la solidarietà della Chiesa universale. “Adoperatevi – è stato l'invito di Benedetto XVI - con iniziative concrete per consolidare la vostra presenza e per offrire nuove possibilità a quanti sono tentati di partire. Siate un ponte di dialogo e di collaborazione costruttiva nell’edificare una cultura di pace che superi l’attuale stallo della paura, dell’aggressione e della frustrazione”. “Edificate le vostre Chiese locali – ha aggiunto il Papa - facendo di esse laboratori di dialogo, di tolleranza e di speranza, come pure di solidarietà e di carità pratica”. Al di sopra di tutto, ha esortato il Santo Padre - siate testimoni della potenza della vita, della nuova vita donataci dal Cristo risorto, di quella vita che può illuminare e trasformare anche le più oscure e disperate situazioni umane”. “La vostra terra – ha sostenuto il Pontefice - non ha bisogno soltanto di nuove strutture economiche e politiche, ma in modo più importante, potremmo dire, di una nuova infrastruttura 'spirituale', capace di galvanizzare le energie di tutti gli uomini e donne di buona volontà nel servizio dell’educazione, dello sviluppo e della promozione del bene comune”. “Avete le risorse umane – ha concluso Benedetto XVI - per edificare la cultura della pace e del rispetto reciproco che potranno garantire un futuro migliore per i vostri figli. Questa nobile impresa vi attende. Non abbiate paura!”.
Santa Messa nella Piazza della Mangiatoia (Betlemme, 13 maggio 2009) - il testo integrale dell'omelia del Papa