Prima uscita ufficiale ieri a Romano Canavese, in provincia di Torino, per Papa Benedetto XVI, se si esclude l'infortunio al polso destro e la 'corsa' all'ospedale di Aosta, venerdì mattina. Il Papa, che si trova in vacanza a Les Combes di Introd, in Val d'Aosta, ha raggiunto in elicottero il paesino vicino Ivrea, che ha dato i natali al suo segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone, atterrando nella spianata dell'ex Olivetti. Per una giornata si sono accesi i riflettori a Romano Canavese, un piccolo paese di 3mila anime, dove mai nessun Papa era venuto. Nonostante la fasciatura e l'ingessatura al polso destro, Papa Ratzinger non ha annullato l'appuntamento.
La crisi e le sue vittime, disoccupati e loro famiglie innanzitutto, sono tornati al centro dei pensieri e delle parole di Benedetto XVI, che ha gridato loro: "Non scoraggiatevi!". Papa Ratzinger ha la mano destra ingessata, ma non sembra affatto sofferente. E' anzi palesemente felice di trovarsi nel paese natale del suo "primo collaboratore", il segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone: "Egli è il mio più stretto collaboratore, come già in passato lo è stato per diversi anni quando ero a capo della Congregazione per la Dottrina delle fede, e sono veramente lieto di potergli oggi rendere omaggio venendo nella sua terra, dove tanta gente lo circonda d'affetto". Ma questo non lo distoglie dall'occuparsi delle sofferenze altrui. Due mesi fa, da Cassino, aveva lanciato un appello dalle tinte più forti: ieri i toni sono apparsi diversi, ma solo apparentemente attenuati dal periodo estivo, dalla gioiosa visita a casa Bertone e dall'attenzione ancora concentrata su quella frattura alla mano destra del Pontefice che tanti ha fatto trepidare. E che il Papa ha esibito senza riguardo: in grande forma, ha alzato l'arto infortunato con disinvoltura, ha mosso le dita della mano, quasi suonasse il pianoforte e all'anulare ha rimesso l'anello "del pescatore", simbolo dei Pontefici, spostandolo dalla provvisorietà della mano sinistra.
Un esempio e un prologo all'invito a non scoraggiarsi e a non lasciarsi andare, neanche di fronte alle disgrazie. "La Provvidenza - ha detto il Papa - aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta - ha sottolineato - quanto non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro". Un atteggiamento che ha permesso in passato ai popoli di queste terre di superare altre crisi - dice - e che oggi va rimesso in gioco. "I vostri nonni furono costretti ad emigrare per carenza di lavoro - ha ricordato il Papa - ma poi lo sviluppo economico ha portato benessere e altri sono immigrati qui dall'Italia e dall'estero". Un risultato - ha insistito - frutto della fedeltà ai "valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, la capacità di affrontare la fatica e il sacrificio". Ultimo, ma non per importanza, "il forte legame con la fede cristiana". Tutti insieme, valori che "sono stati lungo i secoli la vostra vera forza". "Saranno questi valori - ha quindi affermato richiamando la sua Enciclica "Caritas in veritate", auspicando che "smuova il mondo" - a permettere alle generazioni di oggi di costruire con speranza il proprio futuro, dando vita a una società veramente solidale e fraterna, dove tutti i vari ambiti, le istituzioni e l'economia, siano permeati di spirito evangelico". Il Papa si è poi rivolto ai giovani, ma soprattutto a chi dovrebbe infondere loro coraggio e aiutarli "a trovare la strada della Vita vera e piena" e della "libertà autentica, e a "vincere la tentazione di vie facili e illusorie". Per questo "bisogna domandarsi" - è tornato a dire - "quali esempi e modelli vengano ad essi proposti". Prima e dopo l'Angelus Benedetto XVI alza entrambe le mani, quasi dimentico del gesso che gli impedisce di scrivere. Ringrazia il Canavese, terra del salesiano Bertone non lontana da quella di don Bosco, e cita, fra i martiri della zona, San Solutore. "Un santo che non conoscevo", ammette, il cui nome evoca oggi le speranze di molti.
La folla di Romano Canavese, 10 mila persone, lo applaude con entusiasmo. "Come vedete sono un po' limitato nell'agilità, ma la presenza del cuore è piena", ha detto prima della preghiera dell'Angelus. Benedetto XVI ha ringraziato tutti coloro che hanno pregato per lui dopo la caduta notturna nel suo chalet delle vacanze estive a Les Combes e si è rivolto soprattutto ai medici che lo hanno trattato "con diligenza e amicizia". "Speriamo con successo, anche", ha aggiunto strappando risate e applausi ai fedeli che stipavano piazza della Ruggia. Accanto a lui il card. Bertone è felice. Il Papa, nonostante il gesso, non ha cancellato il suo impegno domenicale e dopo il bagno di folla in piazza davanti alla chiesa parrocchiale, si è fermato a pranzo nella casa della grande famiglia del porporato. I temi di conversazione a tavola sono stati la situazione delle vocazioni sacerdotali, il futuro dei giovani, la difesa delle famiglie e, naturalmente, il polso ingessato di Benedetto XVI. A tavola, al primo piano di casa Bertone, una ventina di adulti: oltre al fratello e alla sorella del cardinale, Valeriano e Mariuccia, alcuni altri parenti e il papa con il suo staff più ristretto. Menù ricco: antipasti di salumi, risotto, maccheroncini, filetto di vitello in sfoglia, patate,e sorbetto finale. Il tutto innaffiato con vini locali, tra cui un 'Erbaluce' prodotto dal fratello del porporato. Il Papa ha mangiato usando la sinistra e bevendo la sua solita aranciata. Poi, alle 14.15 i saluti e la foto, nel cortile di casa, con la famiglia al completo: una tribù di una cinquantina di persone, nipoti e pronipoti compresi. Benedetto XVI ha ripreso l'elicottero dall'area della ex Olivetti per fare rientro a Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, dove sta trascorrendo un periodo di riposo estivo.
Apcom, Ansa