giovedì 24 settembre 2009

Il Papa nella Repubblica Ceca. Viaggio di carattere pastorale in uno dei Paesi più secolarizzati, sullo sfondo la questione del Concordato

Appena tre giorni (per l'esattezza, due giorni e 15 ore), 2315 chilometri da percorrere, 11 interventi tra discorsi e omelie in tre città diverse: Praga, Brno e Stara Boleslav. Si può riassumere in questi numeri il 13° viaggio internazionale di Papa Benedetto XVI, che toccherà la Repubblica Ceca dal 26 al 28 settembre prossimi, nel cuore dell'Europa centrale. Un viaggio che guarda contemporaneamente al passato e al futuro: da una parte, il Papa arriva a Praga in occasione del ventesimo anniversario di quel 1989 che segnò la caduta dei regimi comunisti dell'Europa orientale; ma, dall'altra, Papa Ratzinger ha scelto personalmente di recarsi in uno dei Paesi più secolarizzati del Vecchio Continente, l'unico, ad oggi, a non aver firmato un Concordato con la Chiesa Cattolica. Dicono le ultime statistiche che il 66% della popolazione ceca non dichiara di appartenere a nessuna fede: i credenti sono appena 2,7 milioni su una popolazione di oltre 10 milioni di persone. I cechi, ha spiegato il presidente Vaclav Klaus lo scorso 30 maggio dopo essere stato ricevuto in Vaticano, si aspettano da un pontefice che segue ''sorprendentemente'' da vicino le vicende del Paese, un ''messaggio chiaro'' per tutti. All'indomani dalla 'rivoluzione di velluto' che nel 1989 ha messo fine al regime filo-sovietico, i rapporti tra la Santa Sede e Repubblica Ceca non sono stati particolarmente cordiali. Nel marzo scorso, la Corte Suprema ha deciso che la proprietà della Cattedrale di San Vito (foto) a Praga è dello Stato e tale deve rimanere, dopo 17 anni di battaglia legale da parte della Chiesa. Una battaglia che, agli occhi della maggior parte dei cechi, è venuta per identificarsi con la Chiesa. La vicenda sembrava destinata a concludersi quando, nel 1994, il governo restituì alla Chiesa la Cattedrale, confiscata durante il comunismo, ma la decisione venne contestata dal Parlamento, perchè l'edificio, dedicato ai Santi Vito, Venceslao e Adalberto, sorge all'interno del complesso del Castello, sede della Presidenza della Repubblica e quindi di proprieta' dello Stato. Ne sorse una lunga diatriba la cui ultima tappa risale, appunto, allo scorso marzo. Ma la storia non finisce certo qui: l'arcivescovo di Praga, card. Miloslav Vlk, ha annunciato che farà ricorso contro la decisione della Corte Suprema, per una questione ''di legge e di giustizia''. Strettamente connessa è la questione del concordato con la Santa Sede, già respinto dalla Camera dei Deputati nel 2003. Contrario in un primo momento, il presidente Klaus ha cambiato idea alla vigilia delle elezioni che nel 2008 lo hanno riconfermato, con il sostegno dei cattolici, alla Presidenza della Repubblica, e si è impegnato a favore di una legge che porterebbe alla Chiesa 10,3 miliardi di euro di risarcimenti per i beni persi durante il comunismo. Su questo punto, stando a quanto ha spiegato mons. Jan Graubner, arcivescovo di Olmutz una conferenza stampa alla vigilia del viaggio, non sono previste ''trattative'' o annunci nei tre giorni di presenza del Papa. Il viaggio, tengono a sottolineare i vescovi cechi, avrà un carattere spiccatamente pastorale con l'obiettivo di aiutare il ''piccolo grege'' della Chiesa Cattolica ceca, che rappresenta poco più del 25% della popolazione. Il momento clou, da questo punto di vista, sarà la Messa celebrata il 28 settembre e Starà Boleslav, in occasione dell'anniversario del martirio di San Venceslao, patrono della Nazione: un evento il cui significato va al di là della sua valenza religiosa ed è profondamente sentito da tutti i cechi, credenti o meno che siano. Un altro momento importante sarà la Celebrazione Eucaristica domenica 27 nella spianata vicina all'aeroporto di Brno, a cui è prevista la partecipazione di fedeli anche dalla Slovacchia, dalla Germania, dall'Austria e dalla Germania, seguita dalla recita dell'Angelus.

Asca