Zenit
giovedì 24 settembre 2009
Sinodo dei vescovi per l'Africa. Lettera di scienziati e agricoltori africani ai Padri sinodali sullo sviluppo e la pace nel continente
Oggi, al termine della giornata di studio dal titolo “Per una rivoluzione verde in Africa. Lo sviluppo è il nuovo nome della Pace”, svoltasi presso l’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma, agricoltori e scienziati africani hanno reso noto un decalogo che hanno inviato ai Padri sinodali che, dal 4 al 25 ottobre, parteciperanno alla II Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l'Africa. Il prof. Emmanuel Tambi, direttore regionale del Forum For Agricultural Research in Africa (FARA), il prof. Sylvester O. Oiken, Project Manager dell'African Agricultural Technology Foundation (AATF), Francis B. Traoré, presidente della Association des Producteurs de Coton Africains (APROCA) e Motlatsi Everest Musi, un agricoltore sudafricano che coltiva mais, sono i primi firmatari di una lettera in cui porgono all’attenzione dei delegati che si riuniranno a Roma un decalogo per lo sviluppo agricolo e per la realizzazione della pace nel continente. Dopo aver ringraziato il Pontefice Benedetto XVI e la Chiesa cattolica per le molteplici attività caritatevoli e di promozione umana che i missionari, il clero, gli ordini religiosi e le associazioni di volontari svolgono per l’assistenza, l’educazione e lo sviluppo del popolo africano, i firmatari affermano che “dal punto di vista delle materie prime il Signore non poteva essere più generoso, ma paradossalmente gli africani rimangono i più poveri del pianeta”. Nella lettera sostengono che “la scarsità alimentare, il sottosviluppo economico, la mancanza di investimenti e infrastrutture, generano situazioni di degrado e favoriscono l’emergere di emigrazioni e conflitti armati”. Così “per evitare la disperazione, favorire la speranza e costruire le ragioni per un articolato e integrale sviluppo dell’Africa”, propongono: Scuole e istituti educativi sono le prime infrastrutture di cui l’Africa ha bisogno. Perchè il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo e lo sviluppo è determinato dalla qualità umana degli attori chiamati in causa. Formazione e scolarizzazione devono essere incentivate con particolare attenzione per le donne, il cui accesso alla scuola è limitato in molte parti dell’Africa. Il capitale umano e sociale, soprattutto nelle sue fasi iniziali, dipende dall’unità e dalla stabilità delle famiglie, per questo vanno alimentate politiche di difesa e sostegno delle famiglie. Perché l’agricoltura in Africa diventi vero volano di sviluppo è indispensabile riuscire a incrementare la produttività con un utilizzo migliore delle aree già coltivate. Il che implica la conoscenza e l’utilizzo di tecniche e tecnologie che favoriscano l’utilizzo ottimale delle risorse. Per sviluppare l’agricoltura è necessario investire nella ricerca e nello sviluppo, con l’obiettivo di favorire la capacità produttiva di tutti con particolare attenzione ai piccoli coltivatori. In particolare questi ultimi dovranno avere accesso alle tecnologie più avanzate varietà di colture ad alto rendimento, sementi ingegnerizzate, fertilizzanti, ma anche maggiori servizi e training per raggiungere un’adeguata formazione. Per creare valore aggiunto e rendere sostenibile per gli agricoltori l’accesso ai mercati di alta qualità è necessario investire di più sulla qualità e sui sistemi di distribuzione delle commodities, facilitando l’accesso al mercato per i prodotti alimentari africani. Gli effetti di siccità e alluvioni possono essere limitati e regolati tramite la costruzione di un sistema integrato di utilizzo delle acque con la costruzione di desalinizzatori, invasi, pozzi, dighe, canali, reti di distribuzione, sistemi di riciclaggio e impianti di irrigazione. Per fare in modo che i prodotti africani raggiungano i mercati continentali e intercontinentali bisognerà sviluppare il sistema dei trasporti, costruendo strade, ponti, porti, ferrovie, aeroporti. Molto importante è la promozione dei progetti di ricerca e di sviluppo in campo agricolo continentale, incentivando le nuove generazioni a studiare, lavorare nei paesi di origine. Grandi prospettive si riescono a intravedere nel campo delle biotecnologie vegetali, applicate non solo al miglioramento delle sementi ed al loro arricchimento, ma anche alla produzione di medicinali e vaccini. Gli scienziati ed agricoltori africani sono convinti che l'ecologia "da problema possa diventare risorsa", e che i progetti di difesa ambientale siano una grande opportunità di sviluppo e crescita economica e civile, ma che per realizzarli c'è bisogno di una cultura nuova fondata sulla persona, sulla famiglia e sullo sviluppo, come indicato dall’ecologia umana, elaborata dai Pontefici. I firmatari del decalogo condividono il punto di vista del Pontefice Benedetto XVI quando sostiene che "persona, famiglia e libertà di educazione" sono "valori non negoziabili" e concludono sperando che “queste riflessioni possano essere di aiuto al Sinodo ed allo sviluppo dell’Africa”.