giovedì 15 ottobre 2009

Giovanni Maria Vian: con la visita alla Sinagoga di Roma il Papa avanza nel lungo cammino di riconciliazione tra cattolici e ebrei

Papa Benedetto XVI, in occasione della sua visita alla Sinagoga di Roma il prossimo 17 gennaio, ''rievocherà la memoria delle vittime della Shoah e renderà loro onore, come ha fatto in più occasioni, soprattutto ad Auschwitz, 'come figlio del popolo tedesco''. Lo anticipa, in un intervento per il mensile Pagine ebraiche, il direttore de L'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, per il quale ''ripetendo un gesto semplice, già compiuto da Papa a Colonia, sede della più antica comunità ebraica in territorio germanico, quattro mesi dopo l'elezione a successore di Pietro, e a New York, alla vigilia delle festività pasquali del 2008, Papa Ratzinger avanza così nel lungo cammino di riconciliazione tra cattolici ed ebrei che nella seconda metà del Novecento è stato percorso dai suoi predecessori con passi sempre più decisi''. Vian ricorda anche il ''doloroso stupore'' del Pontefice per le ''insostenibili accuse di antisemitismo'' seguite alla revoca della scomunica al vescovo negazionista lefebvriano Richard Williamson. "Il veleno dell'avversione antiebraica, già diffusa nell'antichità pagana, ha inquinato durante i secoli anche i rapporti tra cristiani ed ebrei - scrive il direttore del quotidiano vaticano in un articolo intitolato 'Visita di cuore e di ragione' - mescolandosi all'originaria rivalità religiosa e teologica. Fino al crescere in età moderna e contemporanea di un razzismo del tutto nuovo, ancora una volta pagano, nei confronti del popolo ebraico, sfociato nel mostruoso sterminio della Shoah, vera e propria ora delle tenebre che ha segnato in modo indelebile il Novecento europeo e - sottolinea Vian - di fronte alla quale la Chiesa di Roma ha cercato di opporsi con un'opera di carità - incoraggiata e sostenuta in ogni modo da Pio XII, poi divenuto segno di contraddizione - che ha salvato moltissime vite dall'atroce persecuzione". La visita di Papa Ratzinger agli ebrei romani esprimerà dunque ''quell'affetto dichiarato con solennità durante la Messa inaugurale del suo pontificato ai 'fratelli del popolo ebraico, cui siamo legati da un grande patrimonio spirituale comune, che affonda le sue radici nelle irrevocabili promesse di Dio'. Un patrimonio che, nelle differenze, ha bisogno di essere riscoperto in continuazione per superare diffidenze, ignoranze e rivalità reciproche''.

Asca