Apcom, Asca
mercoledì 14 ottobre 2009
Gli strumenti di 400 anni di osservazioni astronomiche in mostra nei Musei Vaticani. Mons. Ravasi: scienza e fede indipendenti ma devono dialogare
A quattro secoli di distanza dal processo a Galileo Galilei il Vaticano espone i telescopi e gli scritti astronomici dello scienziato pisano costretto ad abiurare di fronte al tribunale dell'Inquisizione. Quelli di Galileo sono tra gli oggetti presenti nella mostra "Astrum 2009. Astronomia e strumenti: il patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo" (foto), che i Musei Vaticani ospiteranno dal prossimo 16 ottobre al 16 gennaio 2010. Si tratta di "un evento eccezionale che precede le cerimonie conclusive dell'anno internazionale dell'astronomia" indetto per il 2009 dalle Nazioni Unite, si legge in una nota di presentazione. Da Galileo allo sbarco dei primi astronauti sulla Luna, la mostra espone, per la prima volta, le raccolte storiche conservate presso i musei degli osservatori astronomici italiani, a partire dalla Specola vaticana. Si tratta di circa 130 tra strumenti, mappe, modelli di sistema tolemaico o copernicano, manoscritti, quadri, fotografie, codici. Tra gli oggetti più preziosi, una replica del telescopio di Galileo del 1610. "E' giusto tornare a considerare il tribunale della storia e gli eventuali errori compiuti da una parte e dall'altra come parte del dialogo tra scienza e fede", ha detto ieri nella conferenza stampa di presentazione in Vaticano mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura. "Ma ormai è necessario guardare al futuro. Abbiamo la possibilità di condurre un dialogo tra scienza e fede su due binari distinti ma non separati". ''In questi anni, pur senza per questo cancellare la teoria dei due livelli, ci si sta orientando verso una teoria del dialogo tra scienza e teologia, i cui statuti sono indipendenti ma non è possibile camminare su uno senza sentire la voce dell'altro''. ''Una grande conquista degli ultimi decenni - ha spiegato Ravasi - e' stata l'affermazione che scienza e teologia sono due magisteri non sovrapponibili, ma paralleli, con i loro statuti e la loro epistemologia. Si devono ascoltare ma sono indipendenti, non conflittuali''. Due esempi tipici di ''dialogo'' tra scienza e fede, scienza e filosofia, sono per Ravasi le categorie di tempo e di spazio, per le quali ''sempre più in ambito scientifico si tiene conto del contributo di riflessioni di tipo metafisico''. Rispondendo alla domanda di un giornalista sulla ''ripresa di interesse'' in Vaticano per Galileo, Ravasi ha specificato che si tratta di una ''ripresa'' a due livelli: quello ''filologico'', che riguarda ''la documentazione dell'evento'' ed è ''un percorso da fare con molta serenita' e oggettività'', e quello che rientra nel ''dialogo tra fede e scienza''.