Le associazioni e gli ambienti governativi promuovono subdolamente la diffusione in Africa della ''teoria del genere'', una ideologia che ''ben camuffata comincia a infiltrarsi anche in alcuni ambienti ecclesiali''. E' la denuncia lanciata questa mattina, durante la sesta Congregazione generale del Sinodo dei vescovi per l'Africa, del presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, card. Ennio Antonelli (foto). Papa Benedetto XVI, ha ricordato il card. Antonelli, aveva denunciato nella Messa d'apertura del Sinodo i ''tossici rifiuti spirituali'' che l'Occidente sta esportando in Africa. Tra questi, per il cardinale, ci sono l’ideologia della “salute riproduttiva”, che “banalizza l’aborto”, e la ''teoria del genere'', che ''ben camuffata comincia a infiltrarsi nelle associazioni, negli ambienti governativi e anche in alcuni ambienti ecclesiali del Continente africano''. “Agenti di varie istituzioni e organizzazioni internazionali - ha denunciato Antonelli - partono da problemi reali, ai quali è necessario e doveroso porre rimedio, come le ingiustizie e le violenze subite dalle donne, la mortalita’ infantile, la malnutrizione e la fame, i problemi dell’abitazione e del lavoro”. “Suggeriscono - continua il cardinale - prospettive di soluzione basate sui valori dell’uguaglianza, della salute, della libertà: parole sacrosante, ma rese ambigue dai nuovi significati antropologici di cui vengono caricate. Ad esempio uguaglianza delle persone non significa solo pari dignità e titolarità dei diritti fondamentali dell’uomo, ma anche irrilevanza della differenza naturale tra uomini e donne, uniformità di tutti gli individui, come se fossero sessualmente indifferenziati, e quindi equivalenza di tutti gli orientamenti e comportamenti sessuali: eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale, polimorfo. Ogni individuo ha diritto a fare liberamente (ed eventualmente anche a mutare) le sue scelte, secondo le pulsioni, i desideri e le preferenze”. Il card. Antonelli rileva che questa ideologia viene diffusa “attraversi i centri di salute riproduttiva , gli incontri locali di formazione, i programmi televivi internazionali via satellite”. “Viene ricercata - ha aggiunto - la collaborazione dei governi africani e delle associazioni locali, anche ecclesiali, che di solito non si rendono conto delle implicazioni antropologiche, eticamente inaccettabili”. Antonelli ha invitato dunque alla “vigilanza” i vescovi africani, e a “offrire istruzioni accurate ai sacerdoti, ai seminaristi, ai religiosi e alle religiose, alle Caritas e agli altri operatori pastorali laici”.