Sesta Congregazione generale questa mattina per il Sinodo dei vescovi per l’Africa, in corso in Vaticano sui temi della riconciliazione, la giustizia e la pace. Dopo il suffragio per l’elezione dei membri della Commissione per il Messaggio, la discussione è proseguita sui alcuni temi. L’Africa si racconta, nell’Aula del Sinodo, racconta le sue difficoltà, ma anche le sue speranze, i suoi rapporti con il mondo Occidentale. Rapporti difficili, a volte, come nel caso del “pensiero unico” che vuole imporre all’Africa ciò che non le appartiene. Di scena anche la Guinea Conakry, devastata, nei giorni scorsi, da violenze e disordini politici. I Padri Sinodali hanno quindi ringraziato il Papa per il suo appello alla pace nel Paese, lanciato domenica scorsa all’Angelus. E un secondo appello è giunto al termine della Congregazione, quando è stata letta una lettera a firma di alcuni Padri Sinodali. Nel testo, si esprime solidarietà nei confronti della Repubblica Democratica del Congo, in cui i cristiani hanno subito violenze negli ultimi giorni, e si auspica la pace per l’intero continente africano. Poi, spazio all’operato delle Commissioni Giustizia e Pace, per le quali si è raccomandato il rafforzamento dei legami con le Conferenze episcopali di competenza, per evitare strumentalizzazioni politiche. A questo proposito, suggerita l’istituzione di Osservatori regionali sulla politica nazionale per far sì che le istituzioni guardino sempre al bene comune. E ancora, i Padri Sinodali hanno riflettuto sul problema dei gruppi neo-pentecostali, che tanta presa hanno sui giovani. Per questo, si è detto in Aula, le parrocchie devono diventare un punto di riferimento per tutti i ragazzi, in modo che nessuno si senta anonimo, diventando preda delle sètte. Quindi, l’Aula ha guardato al grande esempio dei Santi, definiti “vero tesoro della Chiesa locale”, capaci di evangelizzare, inculturare e riconciliare. Nella sesta Congregazione sono intervenuti 22 Padri sinodali. Molto applaudito l'intervento di Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou in Burkina Faso. I moderni mezzi di comunicazione - ha detto in sostanza - fanno del mondo un solo villaggio; l'imperialismo del pensiero unico occidentale vuole convincerci che non abbiamo niente da dire sui comportamenti dell'individuo, in nome del relativismo morale. "Ma le comunità umane e religiose africane - ha aggiunto - non hanno intenzione di accettare pratiche legalmente codificate in tanti Paesi dell'Occidente come l'aborto, l'eutanasia, il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Chiediamo rispetto e un po' di onestà intellettuale nell'esprimere idee che non riconoscono la dignità dell'essere umano e provocano sofferenze intollerabili". Ieri pomeriggio, invece, l’Aula del Sinodo ha affrontato il tema della corruzione, ribadendo un “no” fermo contro questa piaga, che a volte coinvolge anche politici cattolici, dimostrando che occorre una seria formazione sulla Dottrina sociale della Chiesa. Poi, spazio ai bambini, definiti “artigiani di pace” perché insegnano ai genitori che la violenza in famiglia è intollerabile. Ribadita, inoltre, l’importanza della comunicazione ecclesiale con l’auspicio che tutte le strutture della Chiesa dispongano di mezzi di comunicazione appropriati, così da inculturare l’educazione civica e favorire l’evangelizzazione. Infine, la riflessione sì è fermata anche sugli Ogm che offrono, sì, grandi possibilità di sviluppo, si è detto, ma il cui utilizzo richiede ancora uno studio accurato degli impatti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo.
Radio Vaticana, L'Osservatore Romano