SIR
domenica 16 maggio 2010
Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Mons. Shomali: le tre 'piste' per risolvere i problemi delle comunità cristiane, l'esodo e le conversioni
“Formare i cristiani perché leggano e vivano la Parola di Dio, perché si aprano al perdono, alla riconciliazione con l’altro, e perché considerino la loro presenza in questa regione una vocazione e non una fatalità”. Sono queste le “tre piste” che la Chiesa propone per trovare soluzione ai principali problemi sofferti dalle comunità cristiane mediorientali ed evidenziati con chiarezza nei Lineamenta del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Ad ricordarle è mons. William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme, che giovedì nella città santa, ha tenuto una conferenza sul Sinodo a 140 religiosi e religiose della diocesi patriarcale. Tra i problemi maggiori mons. Shomali ha chiaramente indicato l’emigrazione, “che indebolisce il tessuto cristiano” ma che tuttavia “ha aperto gli occhi ai musulmani moderati che vedono in questo esodo un impoverimento della società araba e la perdita di elementi moderati. L’emigrazione cristiana metterà faccia a faccia l’estremismo ebreo e islamico”. Altro nodo da sciogliere è quello legato alle “conversioni all’Islam”. “E’ vero – ha detto mons. Shomali – che sono i pochi i cristiani che diventano musulmani, ma dato il ridotto numero dei nostri fedeli, anche questo conta. In Egitto si parla di 15 mila ragazze cristiane che si convertono ogni anno per ragioni matrimoniali. Casi analoghi si registrano anche in Palestina e Giordania. Ogni volta è un dramma per la famiglia che considera la conversione un tradimento verso la religione e verso i familiari stessi. Nella maggioranza dei casi la giovane è considerata persa poiché non ha più relazioni con la famiglia”. La conversione, ha poi spiegato il vescovo, non riguarda solo le giovani “ma anche i lavoratori stranieri nei Paesi del Golfo. Per continuare a trovare lavoro la conversione all’Islam aiuta enormemente. Solo nel piccolo emirato del Dubai, nel 2008, sono stati 2763 gli uomini e le donne, di 72 nazionalità diverse, passati all’Islam”.