Tutto il mondo nella casa del Papa. Ed è un mondo in cui è facile orientarsi. Non servono neanche i cartelloni con le frecce indicative, che mani solerti hanno disseminato lungo il percorso. Basta seguire i flussi linguistici. Nell’aria si sente il robusto idioma americano? Si può stare sicuri che da quelle parti c’è un pezzo di Stati Uniti, rappresentato dagli amici e parenti del card. Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura Apostolica. Ti passano accanto mastodontici signori in abiti che richiamano la tradizione mitteleuropea e parlando in tedesco? Ecco materializzarsi un po’ di Svizzera intorno al card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Suoni chiaramente asiatici conducono verso il cingalese Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don. E anche per quanto riguarda gli italiani funziona a meraviglia questa sorta di acustico filo d’Arianna. Accenti pugliesi portano verso il card. Francesco Monterisi, arciprete di San Paolo fuori le Mura. Quelli piemontesi conducono nell’Aula delle benedizioni dove si trova Paolo Sardi, pro-patrono del Sovrano Ordine Militare di Malta. E l’inconfondibile inflessione siciliana guida fino al card. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo. Così anche attraverso le visite di cortesia di ieri pomeriggio, quelle che una volta si chiamavano "di calore", si coglie l’universalità della Chiesa, rappresentata dai suoi cardinali. I nuovi porporati, rispettando un’antica tradizione, hanno ricevuto familiari, amici e conoscenti in diversi punti della Città del Vaticano, la casa del Papa appunto, che mai come in queste occasioni diventa una sorta di festoso mappamondo, in cui, a dispetto della molteplicità di lingue parlate, tutti capiscono tutti e davvero sembra di entrare nella grandiosa abitazione di una famiglia estesa ai cinque continenti. Per ragioni logistiche non tutte le visite hanno avuto come scenario le sale del Palazzo Apostolico. Anche l’Aula Paolo VI, l’atrio antistante e il Palazzo della Canonica presso la Fabbrica di San Pietro sono stati presi letteralmente d’assalto da migliaia e migliaia di fedeli. Ma il percorso più suggestivo resta quello che dal Colonnato, attraverso il Portone di Bronzo e la Scala Regia, porta fin sul limitare della Cappella Sistina. Lì, ai lati della grande porta che introduce nel più prezioso scrigno vaticano, c'erano a sinistra il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e a destra il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Tempi di attesa, è proprio il caso di dire, biblici, per arrivare a salutare entrambi. Non meno lunga è la fila che staziona nell’attigua Sala Ducale davanti alla postazione del card. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero. E l’andirivieni è sostenuto anche per quanto riguarda gli altri porporati italiani, Fortunato Baldelli, penitenziere maggiore, Velasio De Paolis, presidente della Prefettura della Affari Economici, Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della Vita, e Domenico Bartolucci, già direttore della Cappella Sistina. Tutto il mondo a casa del Papa. Un mondo ieri colorato di porpora.
Mimmo Muolo, Avvenire