Il ministero di Pietro “consiste tutto nella sua fede, una fede che Gesù riconosce subito, fin dall’inizio, come genuina, come dono del Padre celeste; ma una fede che deve passare attraverso lo scandalo della croce, per diventare autentica, davvero ‘cristiana’, per diventare ‘roccia’ su cui Gesù possa costruire la sua Chiesa”. “Anche il mio ministero, cari Fratelli, e di conseguenza anche il vostro, consiste tutto nella fede. Gesù può costruire su di noi la sua Chiesa tanto quanto trova in noi di quella fede vera, pasquale, quella fede che non vuole far scendere Gesù dalla Croce, ma si affida a Lui sulla Croce”. “Il luogo autentico del Vicario di Cristo è la Croce, persistere nell’obbedienza della Croce”, ha ribadito Benedetto XVI. “E’ difficile questo ministero, perché non si allinea al modo di pensare degli uomini, a quella logica naturale che peraltro rimane sempre attiva anche in noi stessi. Ma questo è e rimane sempre il nostro primo servizio, il servizio della fede, che trasforma tutta la vita”. “Credere che Gesù è Dio, che è il Re proprio perché è arrivato fino a quel punto, perché ci ha amati fino all’estremo”. “Il Papa e i Cardinali sono chiamati ad essere profondamente uniti prima di tutto in questo: tutti insieme, sotto la guida del Successore di Pietro, devono rimanere nella signoria di Cristo, pensando e operando secondo la logica della Croce – e ciò non è mai facile né scontato”.
In questo, ha evidenziato il Papa, “dobbiamo essere compatti, e lo siamo perché non ci unisce un’idea, una strategia, ma ci uniscono l’amore di Cristo e il suo Santo Spirito. L’efficacia del nostro servizio alla Chiesa, la Sposa di Cristo, dipende essenzialmente da questo, dalla nostra fedeltà alla regalità divina dell’Amore crocifisso. Per questo, sull’anello che oggi vi consegno, sigillo del vostro patto nuziale con la Chiesa, è raffigurata l’immagine della Crocifissione. E per lo stesso motivo il colore del vostro abito allude al sangue, simbolo della vita e dell’amore”. “Da qui – ha continuato il Santo Padre - deriva la nostra sapienza: sapientia Crucis”. Questo, ha sottolineato il Pontefice, “siamo sempre chiamati ad annunciare al mondo: Cristo ‘immagine del Dio invisibile’, Cristo ‘primogenito di tutta la creazione’ e ‘di quelli che risorgono dai morti’”, perché – come scrive san Paolo – “sia lui ad avere il primato su tutte le cose”. Il primato di Pietro e dei suoi Successori, dunque, “è totalmente al servizio di questo primato di Gesù Cristo, unico Signore; al servizio del suo Regno, cioè della sua Signoria d’amore, affinché essa venga e si diffonda, rinnovi gli uomini e le cose, trasformi la terra e faccia germogliare in essa la pace e la giustizia”. E’ “all’interno di questo disegno, che trascende la storia e, al tempo stesso, si rivela e si realizza in essa, trova posto la Chiesa, ‘corpo’ di cui Cristo è ‘il capo’”. “Ecco qual è la nostra gioia: quella di partecipare, nella Chiesa, alla pienezza di Cristo attraverso l’obbedienza della Croce, di “partecipare alla sorte dei santi nella luce”, di essere stati “trasferiti” nel regno del Figlio di Dio.
Radio Vaticana, SIR
CAPPELLA PAPALE E CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA CON I NUOVI CARDINALI PER LA CONSEGNA DELL’ANELLO CARDINALIZIO - il testo integrale dell'omelia del Papa