Il Collegio Cardinalizio
In data 20 novembre i cardinali saranno 203, 121 dei quali d’età inferiore agli 80 anni – uno in più del limite, ma lo sforamento durerà poche settimane. Il Motu proprio "Ingravescentem aetatem" di Paolo VI del 1970, afferma infatti che l’elettorato del Papa è costituito dai cardinali di Santa Romana Chiesa che non abbiano compiuto l’ottantesimo anno di età prima del giorno d’inizio della Sede vacante, ossia della morte del Pontefice. Nel 1973 lo stesso Paolo VI stabiliva che il loro numero non dovesse essere superiore a 120, la qual cosa è stata confermata da Giovanni Paolo II nel 1996. I cardinali provengono da tutti i continenti e da 70 nazioni. Nel Concistoro di domani figurano 15 europei, 10 dei quali italiani, 4 africani, 4 americani e un asiatico. L’Italia è il Paese con più cardinali al mondo, 38, che coi futuri porporati diventano ben 48. Non contando ancora i nuovi eletti, gli europei sono 96, 48 gli americani (19 per l’America del Nord e 29 per l’America Latina), 18 gli asiatici, 13 gli africani, 4 i cardinali dell’Oceania. Considerando invece anche i nuovi Principi della Chiesa, le statistiche si aggiornano a: 111 cardinali per l’Europa, 52 per le Americhe, 19 per l’Asia, 17 per l’Africa, sempre 4 per l’Oceania. 4 i cardinali creati da Paolo VI tuttora viventi, 139 quelli di Giovanni Paolo II, 36 più i nuovi 24 quelli di Benedetto XVI. Il cardinale più anziano è Ersilio Tonini, 96 anni, il più giovane Reinhard Marx, 57 anni.
Cardinali
Il sostantivo cardinale ha origine dal termine latino cardinalis, derivante da cardo-cardinis, che vuol dire 'cardine', in quanto il clero di Roma, dal quale traggono origine storica i cardinali, che grande influenza hanno esercitato nella vita della Capitale, era il cardine sul quale poggiava il Papa. I cardinali sono i prelati che, dopo il Santo Padre, ricoprono la più alta dignità ecclesiastica nella gerarchia della Chiesa Cattolica. Il Pontefice sceglie in piena libertà, quali suoi principali assistenti e consiglieri nel governo della Chiesa universale, “uomini che siano costituiti almeno nell’ordine del presbiterato, in modo eminente distinti per dottrina, costumi, pietà e prudenza nel disbrigo degli affari”, si legge nel codice di diritto canonico latino. Il loro abito color porpora, donde porporati, simboleggia la disponibilità a versare il proprio sangue in difesa della fede, delle virtù cristiane e della Chiesa di Cristo. Un cardinale deve eccellere per conoscenza profonda della dottrina, eloquenza matura, zelo ardente e spirito efficace. I cardinali sono distribuiti in tre ordini: vescovi, preti, diaconi, questi ultimi così chiamati perché anticamente erano delegati a sovrintendere ai centri per i servizi sociali destinati ai poveri di Roma. Poiché in origine i cardinali provenivano dal clero dell’Urbe, tutti i cardinali, ad eccezione dei patriarchi orientali, che hanno il titolo delle proprie Chiese patriarcali, sono designati come titolari di una Chiesa di Roma o dintorni. Ai sei cardinali vescovi viene attribuita una sede suburbicaria (sub Urbe), cioè una diocesi nelle vicinanze di Roma (Albano, Frascati, Ostia, Palestrina, Porto e Santa Rufina, Sabina e Poggio Mirteto, Velletri e Segni). I cardinali vescovi eleggono tra loro il decano e il vice-decano del Collegio cardinalizio, attualmente i cardinali Sodano ed Etchegaray. Ai cardinali preti e ai cardinali diaconi viene conferita un’antica Chiesa di Roma: titolo per i preti, diaconia per i diaconi. Con l’assegnazione di una chiesa dell’Urbe, all’universalità della provenienza dei cardinali viene congiunta la romanità, che permette loro di essere elettori del vescovo di Roma, partecipando inoltre alla sollecitudine pastorale del Papa per la Città eterna. A chi passeggia per Roma può capitare di trovarsi innanzi al prospetto di qualche chiesa recante degli stemmi sulla facciata. Orbene: uno è lo stemma pontificio, che simboleggia la dignità di Basilica del tempio. L’altro è lo stemma del cardinale titolare di quella chiesa, che lo rende cittadino vaticano e ‘in-cardinato’ nel clero romano. L’iconografia dello stemma consiste in uno scudo con l’araldica del porporato, sotto al quale campeggia il motto, usualmente in latino, da lui scelto per sintetizzare il suo ministero. Lo scudo è sormontato dal galero rosso dal quale discendono trenta fiocchi, 15 per lato. Lo stemma è esposto nella chiesa della quale il cardinale è titolare, mentre all’interno si può trovare il suo dipinto, o comunque il suo nome. A volte i Papi nominano dei cardinali ‘in pectore’, in quanto i loro nominativi sono tenuti segreti nel cuore del Pontefice, impedito a pubblicarli a causa di particolari motivazioni, come la persecuzione della Chiesa in una determinata area.
Storia
Nei secoli antichi, le persone che cooperavano più strettamente con il vescovo erano considerate ‘persone-cardinali’, perché svolgevano la funzione di cardine tra il pastore e il popolo di Dio. Il vescovo di Roma veniva eletto dai presbiteri e diaconi ‘cardinales’, che espletavano mansioni pastorali e liturgiche nelle chiese delle diocesi del Papa, offrendogli la loro assistenza per quelle altre responsabilità che, come successore di Pietro, egli doveva affrontare nei confronti di tutta la Chiesa. Nel tempo, tale collaborazione e il disbrigo dei ruoli primaziali del Papa divennero prevalenti e i membri del Collegio cardinalizio si videro chiamati a coadiuvare il Romano Pontefice con intensità sempre maggiore. La parola cardinale da aggettivo diventa sostantivo e si costituiscono gli ordini dei cardinali vescovi, preti e diaconi. Nel 1059 Papa Niccolò II stabilisce che il vescovo di Roma sia eletto solo dai cardinali vescovi. All’affermarsi della missione universalistica del Collegio cardinalizio, si sentì il bisogno di farvi corrispondere sempre meglio l’effettiva composizione di esso. Dal secolo XII, pertanto, il titolo di cardinale viene conferito anche a vescovi non italiani, curando che entrassero a far parte del Sacro Collegio rappresentanti dei vari popoli della terra ai quali era giunto l’annuncio della fede. Il Collegio cardinalizio diventa così sempre più numeroso, a simboleggiare l’universalità del "club" più esclusivo al mondo. I cardinali rimangono tali dalla creazione al giorno della morte. La Chiesa ne annovera oltre 3000 nella sua storia bimillenaria.
Funzioni
Il Collegio cardinalizio, o Sacro Collegio, o Senato del Sommo Pontefice, svolge funzioni ordinarie e straordinarie. Ordinarie nella forma del concistoro ("dove si trovano insieme"), che può essere ordinario privato, oppure ordinario pubblico, ma anche straordinario. Il Concistoro ordinario privato, o segreto, ha luogo nella sala del Concistoro del Palazzo apostolico. Vi partecipano il Papa e i cardinali presenti a Roma, per procedere alla creazione e pubblicazione di nuovi cardinali e alla nomina del camerlengo, attualmente il card. Tarcisio Bertone, per effettuare le opzioni di cardinali diaconi a sedi presbiterali e la comunicazione di nuove nomine vescovili, per esaminare le nuove canonizzazioni proposte dalla Congregazione per le Cause dei Santi. Il Concistoro straordinario si tiene invece quando il Papa convoca a Roma i cardinali di tutto il mondo per affrontare questioni e temi di eccezionale gravità. Il Collegio dei cardinali svolge funzioni straordinarie in tempo di Sede apostolica vacante. In tale periodo il governo della Chiesa è affidato al Sacro Collegio, limitatamente alla gestione ordinaria e improrogabile e fino all’elezione del nuovo Pontefice. Le congregazioni generali, riunioni di tutti i cardinali nel Palazzo apostolico vaticano, presiedute dal cardinale decano o, se impossibilitato, dal vice-decano, deliberano sulle questioni ritenute più urgenti o importanti. Quelle ordinarie e di minore rilievo sono invece discusse dalle congregazioni particolari. Vi è infine il conclave ("con la chiave"), che indica il luogo chiuso in cui si tiene l’assemblea e la procedura seguita per l’elezione del Papa. Nel raccoglimento della cappella Sistina, al soffio dello Spirito Santo, i cardinali designano il nuovo Vicario di Cristo. Oltre alla funzione consultiva nei concistori, e quella elettiva nel conclave, il cardinale deve promuovere in ogni luogo e in ogni tempo la virtù e i virtuosi a maggior gloria di Dio e per l’esaltazione della Santa Chiesa. “Andiamo avanti con speranza! Un nuovo millennio si apre davanti alla Chiesa come oceano vasto in cui avventurarsi, contando sull’aiuto di Cristo”, scriveva Giovanni Paolo II nella "Novo millennio ineunte". Araldi del Vangelo, difensori della fede, corridori di Dio, i cardinali hanno traghettato insieme al Papa la barca della Chiesa nel Terzo millennio e con lui la guidano per mari avventurosi a prendere il largo e ad annunciare il nome di Cristo fino agli estremi confini della Terra.
Luca Caruso, Rai Vaticano - Il Blog