


E se “il Creatore di tutte le cose...è come l’agricoltore che semina, fa crescere e fa portare frutto” così “anche l’uomo può essere, con Lui, un buon agricoltore, che ama la storia e la costruisce in profondità, riconoscendo e contribuendo a far crescere i semi di bene che il Signore ha donato”. Il Papa ha esortato gli universitari a “condividere con Lui la pazienza del ‘costruire’. Costruire la propria esistenza, costruire la società, non è opera che possa essere realizzata da menti e cuori distratti e superficiali. Occorrono una profonda azione educativa e un continuo discernimento..., favorendo quella sintesi tra formazione intellettuale, disciplina morale e impegno religioso”. La comunità universitaria romana “è chiamata ad un compito storico notevole – ha concluso -: quello di superare precomprensioni e pregiudizi che talvolta impediscono lo sviluppo di una cultura autentica” e di “indicare che è possibile un nuovo dialogo e una nuova collaborazione tra la fede cristiana e i diversi saperi, senza confusione e senza separazione, ma condividendo la medesima aspirazione a servire l’uomo nella sua pienezza”. Poi riferendosi al passaggio, dalla delegazione universitaria africana a quella spagnola, dell’Icona di Maria Sedes Sapientiae che segna il pellegrinaggio dell’effigie mariana in tutte le Università di Spagna, ha affidato l’intera comunità universitaria alla Vergine, dando appuntamento a Madrid 2011.
Radio Vaticana, Il Velino
CELEBRAZIONE DEI VESPRI CON LA PARTECIPAZIONE DEGLI UNIVERSITARI ROMANI - il testo integrale dell'omelia del Papa