Il Papa ha mostrato dunque che "Il cammino verso la Grotta di Betlemme è un itinerario di liberazione interiore ed esperienza di libertà profonda che spinge” ad “andare verso Dio” che “ci accompagna nelle nostre scelte quotidiane” e “ci parla nel segreto del cuore e nelle Sacre Scritture”. "Egli vuole infondere coraggio alla nostra vita, specialmente nei momenti in cui ci sentiamo stanchi e affaticati e abbiamo bisogno di ritrovare la serenità del cammino e sentirci con gioia pellegrini verso l’eternità. 'La venuta del Signore è vicina'. E’ l’annuncio che riempie di emozione e di stupore questa celebrazione, e che rende il nostro passo veloce e spedito verso la Grotta. Il Bambino che troveremo, tra Maria e Giuseppe, è il Logos-Amore, la Parola che può dare consistenza piena alla nostra vita". “Nei nostri tempi si avverte il bisogno di una nuova classe di intellettuali capaci di interpretare le dinamiche sociali e culturali offrendo soluzioni non astratte, ma concrete e realistiche. L’Università è chiamata a svolgere questo ruolo insostituibile e la Chiesa se ne fa convinta e fattiva sostenitrice”. Ai giovani e al personale delle università della Capitale Benedetto XVI ha additato la figura dell’agricoltore, prendendo spunto dalla lettura di San Giacomo apostolo. Caratteristiche dell’agricoltore sono “la pazienza e la costanza...virtù di chi sa che può e deve costruire, non sulla sabbia, ma sulla roccia; virtù di chi sa rispettare i tempi e i modi della condizione umana e, perciò, evita di offuscare le attese più profonde dell’animo con speranze utopistiche o fugaci, che poi deludono”.
E se “il Creatore di tutte le cose...è come l’agricoltore che semina, fa crescere e fa portare frutto” così “anche l’uomo può essere, con Lui, un buon agricoltore, che ama la storia e la costruisce in profondità, riconoscendo e contribuendo a far crescere i semi di bene che il Signore ha donato”. Il Papa ha esortato gli universitari a “condividere con Lui la pazienza del ‘costruire’. Costruire la propria esistenza, costruire la società, non è opera che possa essere realizzata da menti e cuori distratti e superficiali. Occorrono una profonda azione educativa e un continuo discernimento..., favorendo quella sintesi tra formazione intellettuale, disciplina morale e impegno religioso”. La comunità universitaria romana “è chiamata ad un compito storico notevole – ha concluso -: quello di superare precomprensioni e pregiudizi che talvolta impediscono lo sviluppo di una cultura autentica” e di “indicare che è possibile un nuovo dialogo e una nuova collaborazione tra la fede cristiana e i diversi saperi, senza confusione e senza separazione, ma condividendo la medesima aspirazione a servire l’uomo nella sua pienezza”. Poi riferendosi al passaggio, dalla delegazione universitaria africana a quella spagnola, dell’Icona di Maria Sedes Sapientiae che segna il pellegrinaggio dell’effigie mariana in tutte le Università di Spagna, ha affidato l’intera comunità universitaria alla Vergine, dando appuntamento a Madrid 2011.
Radio Vaticana, Il Velino
CELEBRAZIONE DEI VESPRI CON LA PARTECIPAZIONE DEGLI UNIVERSITARI ROMANI - il testo integrale dell'omelia del Papa