Ringraziare tutti i fedeli che si impegnano nei numerosi organismi cattolici di volontariato in tutti i paesi d’Europa e per incoraggiarne la testimonianza: è quanto si propone l’incontro di Benedetto XVI con i vertici del volontariato cattolico europeo che si svolgerà il 10 e l’11 novembre, in Vaticano, in occasione dell’Anno europeo del volontariato, promosso dall’Unione europea. A curare l’organizzazione dell’evento è stato chiamato il Pontificio Consiglio "Cor Unum", il dicastero della Santa Sede responsabile per l’attività caritativa della Chiesa. Sono invitati all’incontro circa 160 persone, da 25 Paesi, tra vescovi delegati e rappresentanti degli organismi di volontariato cattolico in Europa. Oltre ai diversi organismi nazionali, come le Caritas, sono stati invitati i rappresentanti di organismi internazionali come le Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, gli Scout, l'Associazione volontari per il servizio internazionale (Avsi). L’incontro si aprirà giovedì alle 15.00 presso l’Auditorium del Palazzo San Pio X, con una relazione del presidente di Cor Unum, il card. Robert Sarah, seguita dalla testimonianza di Veronica Ottubray dell'Arche e dalla presentazione dei risultati di un questionario inviato precedentemente ai partecipanti per valutare lo stato di salute, le sfide e le possibilità del volontariato. A conclusione della giornata di lavoro è previsto l'intervento della Commissaria europea con delega al volontariato, Kristalina Georgieva. Momento clou dell’incontro sarà, venerdì, l’udienza privata con Benedetto XVI, dopo una Messa in San Pietro. Illustrando alla stampa l’incontro il segretario di Cor Unum, mons. Giovanni Pietro Dal Toso, ha affermato che “in una società così segnata dall'economia di mercato, dove il profitto sembra essere il criterio fondamentale per vivere e dunque dove anche i rapporti personali sembrano sottoposti al criterio dell'utilità, il volontariato testimonia che l'altro non è un concorrente, ma un fratello e che la persona vale più del denaro. Ciò che ci muove interiormente è la fede. Cristo ci ha insegnato ad amare gratuitamente”. Per mons. Dal Toso è importante “salvaguardare l'approccio personale ai problemi: il volontariato non nasce per creare strutture, ma per rispondere ai bisogni dell'uomo in nome di Cristo. Salvaguardare lo spirito di discernimento: molte volte il volontariato gioca d'anticipo e vede più in profondità, perché è più spontaneo e può dunque rispondere prima dello Stato alle necessità che si presentano”. Ancor più importante, però, è “salvaguardare l'elemento di fede, che è alla vera origine di questo fenomeno. L'esperienza di tanti santi ci dice che tanto più siamo di Dio tanto più possiamo aprirci al mondo e ai suoi reali bisogni”. Davanti alle alluvioni che hanno colpito così duramente diverse regioni italiane, Liguria in testa, “non possiamo non condividere la sofferenza di quanti sono rimasti vittime ma allo stesso tempo non possiamo non ammirare i tantissimi volontari, tra loro molti sono giovani, impegnati a portare aiuto e soccorso alle popolazioni colpite”, ha affermato il card. Sarah. “Disastri e tragedie come queste cui stiamo assistendo uniscono le persone e favoriscono la condivisione” ha affermato il porporato che ricordato il suo viaggio in Giappone per portare la solidarietà di Benedetto XVI alle popolazioni di Fukushima, colpite dallo tsunami che provocò ingenti danni anche alla locale centrale nucleare. “Ricordo una giovane ragazza – ha raccontato il card. Sarah – che dopo aver perso tutto voleva suicidarsi. Ma l’affetto, la solidarietà e le preghiere di tanta gente l’hanno spinta a rinunciare al suo proposito. Un gesto della nostra fede – ha concluso – può salvare una vita”.
SIR