Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, gli ambasciatori di Trinidad e Tobago, Guinea Bissau, Svizzera, Burundi, Thailandia, Pakistan, Mozambico, Kyrgyzstan, Andorra, Sri Lanka, Burkina Faso, e ha rivolto loro un discorso. L’interdipendenza che viviamo nell’era della globalizzazione, deve “essere vista come un vantaggio, non una minaccia”: è quanto sottolineato dal Papa che ha innanzitutto messo l’accento sulla necessità di “lavorare gli uni con gli altri, gli uni per gli altri”. “Noi – ha avvertito – siamo tutti responsabili di tutti ed è importante avere una concezione positiva della solidarietà”. E’ questa, ha aggiunto, la vera leva “dello sviluppo umano integrale che permette all’umanità di avanzare” verso nuovi risultati. Ha così rivolto un pensiero particolare alla presa di coscienza, che si fa sempre più forte, “di una solidarietà tra le generazioni”. Una solidarietà che, ha osservato, “trova il suo radicamento naturale nella famiglia” che va sostenuta nella sua “missione essenziale nella società”. “In questo ambito – ha detto – incoraggio ognuno, quale che sia il suo livello di responsabilità e in particolare i governanti” a “investire i mezzi necessari per donare alla gioventù le basi etiche fondamentali” specialmente “aiutandoli nella formazione e nella lotta contro i mali sociali come la disoccupazione, la droga, la criminalità” e ancora la mancanza di rispetto della persona. Proprio “la preoccupazione per le sorti delle generazioni future – ha soggiunto – porta ad un significativo progresso nella percezione dell’unità del genere umano”. Non ha quindi mancato di evidenziare il ruolo positivo del pluralismo delle culture e delle religioni che “non si oppone alla ricerca comune del vero, del buono e del bello”. “Illuminata e sostenuta dalla Rivelazione – ha affermato – la Chiesa incoraggia gli uomini a confidare nella regione che se è purificata dalla fede” è capace di “sorpassare i condizionamenti di parte” per riconoscere “quei beni universali”, come la pace e l’armonia sociale e religiosa, “di cui tutti gli uomini hanno bisogno”. Il Papa è quindi tornato a riflettere sul ruolo della solidarietà nell’ambito della coscienza di una responsabilità comune: “Le nuove sfide che i vostri Paesi si trovano oggi ad affrontare richiedono certamente una mobilitazione di intelligenze e della creatività dell’uomo per combattere la povertà e per una più efficace e più corretta utilizzazione delle energie e risorse disponibili”. Tanto sul piano individuale che su quello politico, ha detto ancora, “c’è bisogno di incamminarsi risolutamente verso un impegno più concreto e più largamente condiviso” per il “rispetto e la protezione del Creato”. Ha così concluso il suo discorso ribadendo la necessità “di una vigilanza attiva ed efficace per il rispetto e la promozione della dignità umana” contro ogni tentativo di negarla a strumentalizzarla. A tal riguardo, ha detto, non solo le religioni ma anche gli Stati sono chiamati a salvaguardare il primato dello spirito. Il Papa ha invocato dunque “una politica culturale che favorisca l’accesso di ognuno ai beni spirituali, valorizzi la ricchezza del tessuto sociale e non scoraggi mai l’uomo nella sua libera ricerca” della dimensione spirituale.
Radio Vaticana
Ai nuovi ambasciatori presso la Santa Sede in occasione della presentazione collettiva delle Lettere Credenziali (15 dicembre 2011) - il testo integrale del discorso del Papa