"Siate coscienti di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto più vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione, quanto più desiderate un futuro migliore e vi impegnate a costruirlo", ha scritto Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace che si celebrerà il 1° gennaio 2012. Il tema scelto quest’anno è "Educare i giovani alla giustizia e alla pace". Per mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino e Montefeltro si tratta di una scelta "straordinaria" con la quale il Papa, con chiarezza di giudizio, vuol richiamare la responsabilità di chi deve educare. "Il messaggio – spiega il vescovo a Vatican Insider – mi è sembrato uno svolgimento straordinario di quella sintetica proposta di vita umana e cristiana che Benedetto XVI ha ripetuto anche in occasione del suo incontro con i giovani a Pennabilli, lo scorso giugno, quando ci ha fatto il grande dono di visitare la nostra diocesi". "Si tratta – ha aggiunto – dell’offerta di un sentiero praticabile di vita, per un’educazione che porti alla maturazione profonda e definitiva di dimensioni fondanti quali l’intelligenza, l’affetto, la volontà, la capacità di costruire". Mons. Negri si dice colpito per l’apertura di credito mostrata dal Pontefice verso i giovani che in tutto il mondo hanno protestato, sono scesi in piazza, in questo difficile frangente della crisi economica e finanziaria. "Sono rimasto colpito – afferma – dalla chiarezza del giudizio espresso da Benedetto XVI nei confronti della responsabilità di chi è chiamato a educare i giovani, vale a dire innanzitutto la famiglia e la scuola. Il Papa ha sgomberato il campo dai fraintendimenti, ha fatto chiaramente capire come i giovani siano vittime". Detto questo, il vescovo di San Marino sottolinea l’importanza dei testimoni nell’educazione, che Benedetto XVI ha voluto richiamare: "Il Papa ha anche scritto che, comunque gli adulti si comportino, tocca ai giovani vivere con apertura di cuore. Non ha parlato dei giovani, ha parlato ai giovani, coinvolgendoli in un cammino. E ha parlato loro della speranza, quella speranza così difficile da trovare in questo frangente di instabilità". "Il Papa – spiega ancora Negri – ha riproposto il messaggio dell’Enciclica 'Spe salvi', e ha messo i giovani davanti a una speranza che non delude, che non fa confusa con l’evasione a cui segue la delusione. Una speranza credibile e affidabile. Credibile perché in fondo non c’è nulla di più ragionevole che aprirsi di fronte al mistero che si rivela e dunque riconoscere con la ragione che c’è qualcosa di pienamente corrispondente alla nostra umanità che supera la nostra stessa ragione. Affidabile perché evidente nella testimonianza di vita di chi educa non a parole ma incarnando la propria fede e i propri valori". "Ai giovani – conclude il vescovo di San Marino – non si può soltanto insegnare, bisogna testimoniare la razionalità espressa in una umanità nuova. C’è bisogno di testimoni più che di maestri, come già ricordava Paolo VI. C’è bisogno di educatori e di maestri che siano anche testimoni".
Andrea Tornielli, Vatican Insider