Il Papa "sapeva che c'era un grandissimo desiderio da parte dei messicani di vederlo e si è visto che questa era proprio la realtà. Ci sono stati sorrisi e soprattutto l'accoglienza - a parte naturalmente quella delle autorità e del presidente - lungo la strada di centinaia di migliaia di persone". Così il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Federico Lombardi. "Questa - ha detto il gesuita a Radio Vaticana - è una cosa caratteristica del Messico. Io ricordo, anche nei viaggi di Giovanni Paolo II, che c'erano queste muraglie umane lungo la strada, di persone sempre festose. Questo ci parla di una partecipazione di popolo molto ampia. Quindi, i cattolici sono numerosi, ma il popolo in sé esprime questo cuore nell'incontro con il Santo Padre. Nell'ultima delle risposte che ha dato sull'aereo, il Papa ha parlato del cuore e ha dato una risposta significativa, proprio perché metteva in rilievo come nella religiosità - una religiosità genuina - ci deve però essere anche lo spazio del cuore, non solo quello della mente. E certamente la dimensione mariana, la dimensione popolare della religiosità messicana - che va custodita, che va sempre purificata - è una religiosità del cuore, e questo lo si vede". "Il Papa sa bene qual è la condizione in cui vive questo popolo", ha detto ancora il portavoce vaticano. "Qui c'è questo aspetto della violenza, del sangue versato ogni giorno da tante persone, per le lotte connesse con il narcotraffico, con il crimine organizzato, che colpisce molto. E sono tante le persone che hanno perso i loro parenti, i loro figli, le persone care. Quindi, è un tema molto sentito. Il Papa naturalmente viene come messaggero di pace e di speranza; vuole incoraggiare, affinché la gente creda che può fare qualcosa, per cambiare realmente la situazione e renderla più degna di una convivenza umana, serena e pacifica". Per il Papa, del resto, il Messico può riscattare se stesso proprio perchè è il terreno ideale per incarnare quella missione continentale per la nuova evangelizzazione, lanciata da lui stesso a Aparecida nel 2007. "Il Messico - elenca infatti il portavoce della Santa Sede - ha alcune caratteristiche: è il Paese più grande di lingua spagnola del continente latino-americano; è il Paese della Madonna di Guadalupe, quello in cui, quindi, fin dall'inizio dell'evangelizzazione cristiana c'è stata una sintesi particolarmente felice e profonda tra la cultura e il sentire delle persone autoctone di questo continente e la fede cristiana". E se in passato "è stato il cuore della prima evangelizzazione cristiana, portando in sè anche questa Madre dell'Evangelizzazione, una Madre che presenta il Figlio a tutto il popolo cristiano", anche oggi "può essere certamente un luogo molto significativo per la nuova evangelizzazione, intesa appunto nella sua ricchezza, come annuncio della fede: sia come annuncio di una fede che opera nella carità e costruisce giustizia, sia come fede, che prende un po' tutta la persona umana e non è solo intellettuale, ma anche del cuore". "L'unico modo in cui si è cristiani - commenta ancora Lombardi - è vivere queste virtù", la fede, la speranza e la carità, "che però hanno non solo una loro intensità teologale, ma anche una loro espressività umana, cioè si esprimono in comportamenti, in azioni, che poi sono capaci di trasformare la vita della persona, ma anche la vita attorno a lei, la vita della società". "In un Paese come il Messico che si vuole laico, ma allo stesso tempo si vuole democratico, la Chiesa guadagna gradualmente gli spazi". Per il Papa, afferma Lombardi, "libertà religiosa significa non solo libertà di culto, ma anche possibilità di iniziativa della Chiesa nell'esprimere la sua missione con opere, con attività che possano anche essere pubbliche, non per prevaricare sugli altri, per imporre agli altri il proprio privilegio, ma per poter servire la comunità e il bene comune in un modo più efficace". In proposito, il portavoce del Papa ricorda che "il Messico viene da una storia di conflitto, anche di tensione, su questo tema: ci sono stati - spiega - momenti di grande oppressione e di martirio per i credenti". "Si è fatto però - riconosce il gesuita - un lungo cammino, una riconciliazione, e Giovanni Paolo II, nei decenni più recenti, ha dato a questo un grande contributo, aiutando quindi a riprendere i rapporti ufficiali tra il Messico e la Santa Sede". Da parte sua, ricostruisce padre Lombardi, "la Chiesa naturalmente ha sempre vissuto in Messico ed è sempre stata numerosa e forte, però ha avuto le sue difficoltà".
TMNews, Agi
Padre Lombardi: il Papa in Messico come messaggero di pace per una società più giusta