giovedì 17 maggio 2012

Card. Schönborn: non è cambiata la posizione della Chiesa sull'omosessualità, ma tutti noi abbiamo bisogno di perdono e di misericordia

In un'intervista a La Stampa, il cardinale austriaco Christoph Schönborn (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Vienna, difende la sua decisione di non invalidare l'elezione di un giovane omosessuale che convive con il suo compagno al consiglio pastorale di una parrocchia ma ribadisce che la posizione della Chiesa nei confronti dell'omosessualità. ''La mia - spiega - è stata una 'non decisione', ho solo deciso di non interferire con l'elezione avvenuta. E' la parrocchia che deve scegliere bene i candidati per il consiglio pastorale, in conformità con i requisiti previsti. Nel caso di cui parliamo ciò purtroppo non è avvenuto''. Per il cardinale, ''di fronte a casi di irregolarità, di persone che convivono, di divorziati che si risposano o di coppie formate da persone dello stesso sesso, noi pastori dobbiamo tener fermi gli insegnamenti della Scrittura e della Chiesa, non per fideismo, ma perchè siamo convinti che rappresentano il cammino verso la felicità. E dobbiamo cercare di aiutare tutti a condurre una vita conforme a questi insegnamenti''. Schönborn sottolinea quindi che ''non è cambiata la posizione della Chiesa su questi temi e non si tratta di un precedente''; allo stesso tempo, il cardinale indica l'atteggiamento da tenere: ''Non dobbiamo giustificare certe situazioni, ma chiedere un cambiamento. Come pastore ho giudicato che in quella situazione particolare, nel caso di cui parliamo c'era un cammino in corso''. ''Non solo quelli che vivono in una situazione oggettiva di disordine morale ma noi tutti abbiamo bisogno di perdono e di misericordia'', aggiunge. Quanto all'appello alla disobbedienza sottoscritto da molti preti austriaci, il porporato ribadisce la linea di dialogo tenuta finora ma aggiunge: ''Adesso è il momento di chiarire. Poi prenderemo le nostre decisioni includendo eventualmente anche dei passi che prevedono sanzioni disciplinari. Spero che non sia necessario''. Per Schönborn, ''si tratta in gran parte di sacerdoti della generazione del sessantotto. Molti di loro soffrono, vanno rispettati, e spesso sollevano problemi reali''.

Asca