domenica 6 maggio 2012

Padre Schmidberger: se Roma richiama dall'esilio la Fraternità San Pio X è un atto di giustizia e di autentica cura pastorale di Benedetto XVI

"Se Roma ora ci richiama dall'esilio al quale ci ha costretto nel 1975 con l'abrogazione dell'approvazione canonica della Fraternità, e ancor più nel 1988 con il decreto di scomunica ai vescovi consacranti e consacrati, questo è un atto di giustizia e senza dubbio anche un atto di autentica cura pastorale di Papa Benedetto XVI". Lo scrive, in una lettera ai seguaci tedeschi della Fraternità Sacerdotale San Pio X, padre Franz Schmidberger, che ne fu il primo superiore dopo la morte del fondatore, mons. Marcel Lefebvre, e oggi guida il distretto della Germania. Da sempre favorevole al dialogo con Roma, padre Schmidberger ricorda nella lettera, pubblicata sul blog Messainlatino.it, quanto affermato in proposito dallo stesso mons. Lefebvre: "Noi siamo pronti ad aderire, con tutto il cuore e con tutta l'anima, alla Roma cattolica, custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie per conservare questa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità". Ma anche "il rifiuto dello spirito del Concilio, di alcune delle dichiarazioni del Concilio e di alcune riforme scaturite dal Concilio" sempre ribadito dal presule francese, che prima dello "scisma" era stato un grande missionario in Africa, divenendo l'arcivescovo di Dakar. "Noi - sottolinea il suo successore quale superiore generale della Fraternità San Pio X - ci siamo dedicati con tutte le nostre forze a questo compito sin dalla fondazione della Fraternità nel 1970". Ma tutto questo, per Franz Schmidberger, non deve mettere in discussione "le relazioni infrangibili con Roma, finchè rappresenta Roma eterna". "Non dobbiamo dimenticare nell'ardore della nostra battaglia - raccomanda il sacerdote - il primo principio di mons. Lefebvre: la Chiesa è stata fondata da Cristo su Pietro". E dunque ora che sembra avvicinarsi il momento della definitiva riconciliazione e della piena comunione con la Chiesa di Roma, "non possiamo - avverte - attenderci che dopo il crollo tutto conciliare e postconciliare essa sarà perfetta di nuovo come Chiesa militante entro un giorno. La Chiesa ha nel suo seno sia santi che peccatori. Tra le sue imperfezioni umane possono anche essere annoverati anche gli errori, ove questi si oppongano direttamente alla verità rivelata. Una Chiesa militante piena di Santi è propria solo dell'eresia giansenista, esplicitamente condannata dal Magistero". "Naturalmente - conclude Schmidberger - ogni cristiano ha il dovere di combattere il peccato e l'errore, ciascuno secondo le sue possibilità e la sua posizione nella Chiesa, ma si deve sempre iniziare da noi stessi e rendere coerente la nostra vita con i principi della fede cattolica".

Agi

Editoriale di Padre Franz Schmidberger FSSPX