"La dichiarazione circa le virtù eroiche di mons. Alvaro del Portillo (nella foto con l'allora card. Ratzinger) è motivo di gratitudine a Dio: gratitudine per questo pastore esemplare che amò il Signore e la sua Chiesa, e coloro con cui visse o che ebbe occasione di incontrare, oltre a pregare per tutti gli uomini. Cercò in ogni istante di compiere fedelmente la volontà di Dio". Il prelato dell'Opus Dei, mons. Javier Echevarria ha commentato così la firma apposta ieri da Benedetto XVI al decreto che riconosce l'eroicità delle virtù del primo successore di San Josè Maria Escrivà de Balaguer. "Don Alvaro - ha sottolineato il secondo successore di Escrivà - viene ricordato da tanti uomini e donne come una persona, un sacerdote di pace e leale al suo impegno di amore di Dio, molto unito alla Chiesa e al Romano Pontefice. Seppe servire con gioia e completa generosità San Josemaria e i suoi fratelli, poi figli, dell'Opus Dei, i parenti, gli amici e i colleghi. Con la sua predicazione aiutò a trovare la felicità, nella fedeltà a Cristo, centinaia di migliaia di persone nei vari Paesi che visitò nei suoi viaggi pastorali". "Mi risulta inoltre - ha rivelato infine l'attuale prelato dell'Opus Dei - che tanti ricorrono al suo aiuto, in tante parti del mondo, per le proprie necessità personali, famigliari, professionali e per i propri amici ed è voce unanime che irraggiava pace, gioia, semplicità, spirito cristiano e visione apostolica". Sono già 12mila le relazioni firmate da fedeli che sostengono di aver ottenuto grazie per intercessione dell'ex ingegnere spagnolo che nel 1975 fu primo successore di San Josè Maria Escrivà de Balaguer alla guida dell'Opus Dei, nel 1982 ne divenne il prelato, e che nel 1991 fu consacrato vescovo dal Beato Giovanni Paolo II. "Queste relazioni - rivela il postilatore della Causa di Beatificazione, mons. Flavio Capucci - ci sono arrivate pesso da paesi in cui l'Opus Dei non è nemmeno presente. Il notiziario sulla sua causa di Canonizzazione ha raggiunto i 5 milioni di copie, mentre le immaginette per la devozione privata hanno raggiunto il totale di 10 milioni". Tanta popolarità e fama di santità, eppure era l'umiltà la dote principale di don Alvaro, come sa bene chi ha avuto modo di conoscerlo e apprezzare la sua affabilità e gentilezza che ricordano molto il carattere di Joseph Ratzinger. "Non cercava mai - ha osservato in proposito Capucci - di imporre sè stesso o le proprie opinioni". "Quando fu chiamato a succedere a San Josè Maria Escrivà de Balaguer nella guida dell'Opus Dei, il suo programma di governo - infatti - ebbe una sola meta: la continuità con l'esempio del fondatore". Ed oggi, per un paradosso che richiama le beatitudini del Vangelo, "la sua fama di santità è un vero fenomeno ecclesiale". "Si può senz'altro dire - ammette Capucci - che mons. del Portillo è un dono della Chiesa e per la Chiesa. Alla sua morte, Giovanni Paolo II volle ricordare 'la zelante vita sacerdotale ed episcopale del prelato, l'esempio di fortezza e di fiducia nella Provvidenza divina da lui costantemente offerto, nonchè la sua fedeltà alla Sede di Pietro'". E, concldue il postulatore, "l'allora card. Ratzinger evocò il servizio reso per tanti anni da mons. del Portillo alla Congregazione per la Dottrina della Fede mettendo in risalto 'la sua modestia e la disponibilità in ogni circostanza, arricchendo in modo singolare questa Congregazione con la sua competenza e la sua esperienza'".
Agi
Benedetto XVI dichiara Venerabile Álvaro del Portillo