Dopo sei anni di ricerche, che hanno portato a scoprire circa 76mila pagine di materiale originale, oltre alle testimonianze oculari e ai contribuiti di studiosi internazionali di rilievo, Gary Krupp è fiducioso che l’opera di diffamazione della reputazione di Pio XII (foto) stia avviandosi a termine. “Stiamo decisamente vincendo, assolutamente non c’è dubbio su questo”, a Roma in questi giorni Gay Krupp in un’intervista di Eduard Pentin all’agenzia Zenit ha dichiarato: “Ogni volta che approfondiamo la ricerca, troviamo un diamante, E’ incredibile, ma non c’è nulla dall’altra parte, perché non c’è una base documentata per nessuna delle loro accuse”. Krupp è il fondatore di Pave the Way Foundation, un’organizzazione non profit dedicata a gettare ponti fra le religioni del mondo. E’ noto per essere uno dei difensori più appassionati di Pio XII in relazione al suo comportamento verso gli ebrei. Krupp è ebreo, e vuole restarlo: “Sento che ho fratelli e sorelle nella Chiesa, ma non prenderei mai in considerazione l’idea di convertirmi. Sono molto fiero di essere ebreo, e credo che questa sia la via che Dio ha voluto che prendessi”. Ebreo di New York, è cresciuto, come molti altri della sua generazione, con l’odio per un Pio XII dipinto come antisemita e indifferente alla sorte degli ebrei durante la guerra. Ora Krupp stesso, e la sua squadra, affermano l’opposto: pensano che tutti i documenti che hanno portato alla luce dovrebbero agire per ogni studioso serio come una prova incontrovertibile del fatto che Pio XII durante e dopo la seconda guerra mondiale fece tutto quello che era in suo potere per proteggere e difendere gli ebrei. Alcuni di quei documenti dimostrano che Pio XII era a favore della creazione di uno stato ebraico sind al 1917. In una scoperta recente, Pave the Way ha incrociato una lettere scritta nel 1939 dal card. Pacelli in cui si tentava di ottenere i visti per 200mila ebrei che retsavano in Germania dopo la Notte dei Cristalli. “Non è riuscito a ottenere i visti, ma ci ha provato. E il punto è che non l’ha fatto dalla tranquillità di Washington, D.C. o di Londra. L’ha fatto mentre era circondato da forze ostili, e infiltrato da spie. E tuttavia è riuscito a salvare più ebrei di tutti gli altri leader mondiali messi insieme”. Altre lettere rivelano la sua opera a favore degli ebrei di Roma, molti dei quali si salvarono in monasteri, conventi e case di cattolici. “Tutti questi documenti d’archivio dimostrano che personalmente aiutò nel salvataggio degli ebrei. Gli antisemiti non si comportano così!”, aggiunge Krupp con la sua cadenza newyorkese. Secondo Krupp la “leggenda nera” su Pio XII è frutto della propaganda sovietica e degli effetti dell’opera teatrale “Il vicario”, scritta da un autore tedesco alla fine degli anni ’50. Una “leggenda nera” che ancora continua a essere diffusa, a dispetto della documentazione storica contraria, anche nelle università americane, con grande indignazione di Krupp, sotto l’egida della “libertà accademica”. Krupp è molto indignato con la comunità ebraica romana, e con coloro che continuano a sostenere la “leggenda nera”, a dispetto dell’evidenza contraria. “La maggior parte degli ebrei romani disprezza Pio XII, quando pochi anni fa hanno eretto un monumento in suo onore perché aveva salvato le loro vite. Oggi respirate perché ha salvato le vostre vite, e lo disprezzate? Questo è un peccato. Un peccato per gli ebrei”.
Marco Tosatti, Vatican Insider
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