mercoledì 6 giugno 2012

Non è tramontata l’idea di una visita di Benedetto XVI al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini. La sua memorabile partecipazione nel 1990

Uno dei vatileaks pubblicato nei mesi scorsi dal giornale Il Fatto Quotidiano riguardava uno dei colloqui che ogni settimana avvengono, solitamente il lunedì, tra Benedetto XVI e il Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Il Papa e il suo braccio destro avevano discusso dell’invito che gli organizzatori del Meeting per l’amicizia tra i popoli, manifestazione internazionale che tradizionalmente si tiene a Rimini a fine agosto, avevano rivolto al Pontefice. Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della visita che fece Giovanni Paolo II nel 1982, intervenendo prima al Meeting di Rimini e poi celebrando una Messa all’aperto nella zona del porto, e il Papa aveva dato il suo assenso a partecipare. Dopo le polemiche seguite al caso Vatileaks, era stato ipotizzato che la decisione fosse stata rimessa in discussione per motivi di opportunità e che Benedetto XVI potesse averci ripensato. Da quanto confermano a Vatican Insider fonti dell’entourage papale, il progetto non è stato abbandonato, anche se manca ancora l’annuncio ufficiale e dunque una decisione diversa per qualsiasi motivo è ancora possibile. Quest’anno al Meeting di Rimini interverrà anche il presidente del Consiglio, Mario Monti. Joseph Ratzinger, già da cardinale conosceva gli organizzatori della kermesse ciellina ed è rimasta memorabile la sua partecipazione alla XI edizione del Meeting, il 1° settembre 1990. "È diffusa oggi qua e là, anche in ambienti ecclesiastici elevati – disse in quella occasione – l’idea che una persona sia tanto più cristiana quanto più è impegnata in attività ecclesiali. Si spinge a una specie di terapia ecclesiastica dell’attività, del darsi da fare; a ciascuno si cerca di assegnare un comitato, o, in ogni caso, almeno un qualche impegno all’interno della Chiesa. In un qualche modo, così si pensa, ci deve sempre essere un’attività ecclesiale, si deve parlare della Chiesa o si deve fare qualcosa per essa. Ma uno specchio che riflette solamente se stesso non è più uno specchio...". "Può capitare – continuava il futuro Papa – che qualcuno eserciti ininterrottamente attività associazionistiche ecclesiali e tuttavia non sia affatto un cristiano. Può capitare invece che qualcun altro viva solo e semplicemente della Parola e del Sacramento e pratichi l’amore che proviene dalla fede, senza essere mai comparso in comitati ecclesiastici, senza essersi mai occupato delle novità di politica ecclesiastica, senza aver mai fatto parte di sinodi e senza aver votato in essi, e tuttavia egli è un vero cristiano". "Dopo il Concilio – aveva detto ancora il card. Ratzinger nel 1990 – abbiamo creato tante nuove strutture, tanti consigli a diversi livelli, se ne creano ancora... dobbiamo essere consapevoli che queste strutture rimangono cose secondarie, di aiuto per lo scopo primario, e devono essere capaci di scomparire, eventualmente, e di non sostituirsi, per così dire, alla Chiesa. In questo senso ho sollecitato un esame di coscienza che potrebbe bene estendersi anche alla Curia romana, perché si valuti se tutti i dicasteri oggi esistenti sono necessari". La XXXIII edizione del Meeting di Rimini sarà presentata questo pomeriggio all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Insieme all’ambasciatore Francesco Maria Greco, saranno presenti il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, il card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese orientali, il presidente della Fondazione Meeting, Emilia Guarnieri e Bernhard Scholz, Presidente della Compagnia delle Opere.

Andrea Tornielli, Vatican Insider