Benedetto, patrono dei terremotati. Il pensiero torna alla tendopoli di Onna, alla veste bianca rigata di fango nel paesino-epicentro del sisma in Abruzzo. Tre anni dopo, Benedetto XVI è ancora tra i terremotati, stavolta nell'Emilia messa in ginocchio dalle scosse. Il viaggio che compie nelle zone devastate dal terremoto, il Papa desidera che sia "segno della solidarietà di tutta la Chiesa". Lo ha detto egli stesso ieri dopo l'Angelus domenicale. Per questo il Pontefice teologo e pastore ha inviato tutti ad accompagnarlo con la preghiera. E' in occasioni come questa che affiora maggiormente la carica umana di Joseph Ratzinger che già ad inizio giugno, al VII Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano, aveva solidarizzato con le popolazioni emiliane colpite dal sisma. Qui la gente lo attende come un messaggero di speranza. "Abbiamo sofferto tanto, la sua presenza è un segno di rinascita", commenta Ilenia Franco. Ieri negli stessi luoghi il Dalai Lama ha confortato la popolazione e ha portato in dono il frutto di una coletta. "Non potevo presentarmi a mani vuote", ha detto. Il Papa dopo aver donato 500mila euro ai vescovi di Mantova, Modena, Ferrara, Carpi e Bologna per aiutare le famiglie vittime del sisma, esprimerà anche fisicamente la sua vicinanza a tutti coloro che sono stati provati dalla tragedia. “Il Papa viene per incontrare i terremotati e dare loro un messaggio di solidarietà e speranza, viene per dare conforto e non per arrecare disturbo - ha detto il vicario generale don Carlo Malavasi -; la visita dovrà dunque essere della massima semplicità possibile”. Ridurre al minimo le auto per il trasferimento del Santo Padre da un luogo all’altro, limitare allo stretto necessario le misure di sicurezza, ma soprattutto cercare di privilegiare l’incontro di Benedetto XVI con la gente del luogo: queste le linee guida definite dal comitato organizzatore. L’arrivo del Papa in elicottero al campo sportivo di San Marino, come da programma diffuso dalla Santa Sede, è previsto per le 10.15. Sarà accolto dal vescovo della diocesi di Carpi Francesco Cavina e dal capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli. A seguire, il trasferimento su pulmino con auto di scorta fino davanti alla chiesa di Santa Caterina d’Alessandria sulla via principale di Rovereto (via Chiesa Nord). Qui il Papa scenderà e si fermerà alcuni momenti in preghiera, da solo; non è previsto nessun allestimento particolare presso la chiesa. Il Santo Padre salirà poi su un’auto scoperta e percorrerà la via principale, dal fondo verso il luogo dell’incontro, per poter salutare la gente. Una volta sceso dall’auto, Benedetto XVI si recherà presso il palco allestito sotto un piccolo gazebo, dove vi saranno tre sole sedie: per il Papa, per il card. Carlo Caffarra, presidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna e per il presidente della Regione Vasco Errani. Questi sono gli unici interventi previsti. Le autorità saranno in mezzo alla gente, che potrà disporsi in piedi, negli spazi predisposti. Sono previste circa 50 sedie per anziani, ammalati, persone non autosufficienti. Per i saluti al Papa sono ammesse circa 50 persone delle zone terremotate: due famiglie, una di Rovereto e una di Novi, scampate al crollo della propria abitazione, a rappresentare idealmente tutte le persone colpite dal sisma; una rappresentanza di sindaci, una rappresentanza di parroci (uno per ogni diocesi terremotata), i vescovi delle diocesi terremotate. A questi si aggiungono rappresentanti della Protezione civile, del mondo del volontariato e dell’associazionismo che si sono impegnati in queste settimane a servizio della popolazione. Il Papa ripartirà dopo circa un’ora di sosta, ripassando davanti alla chiesa, per riprendere l’elicottero a San Marino. Commenta mons. Cavina: “La visita del Santo Padre è uno dei doni che il Signore vuole farci, per rianimarci nella nostra speranza, per godere di un momento di gioia, di serenità e di pace insieme al Pastore supremo della Chiesa”. A Carpi Andrea Binci è arrivato da volontario: "Il Papa arriva in mezzo ai nostri disagi e ci dà l'esempio. A 85 anni affronta il caldo soffocante per testimoniarci che non siamo soli e la sua visita è la promessa che non verremo dimenticati dalle istituzioni. Sarà il nostro difensore, parleremo attraverso la sua voce". Poco lontano da lui Mario Famiglietti aggiunge: "Non sono praticante, ma apprezzo il coraggio e la forza d'animo di un Pontefice che sa riconoscere e confortare la gente nelle sofferenze. D'ora in poi sarà più difficile ignorare il nostro grido d'allarme e le nostre richieste d'aiuto per le case inagibili, le aziende in crisi, le famiglie costrette a vivere nelle tende.
Giacomo Galeazzi, Vatican Insider - Modena online